"Texas Rangers" di Steve Miner

Pur diretto da Miner con navigato mestiere, "Texas Rangers" resta un western ordinario sul mito del cowboy americano che ambisce al respiro epico ma in cui si avverte anche la mancanza di una potenza visionaria adeguata

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Texas, 1875: alla fine della guerra di secessione americana, un manipolo di uomini guidati dal capitano McNelly forma i Texas Rangers, un gruppo armato e legalizzato che ha lo scopo di proteggere la frontiera con il Messico dalle scorrerie dei criminali e razziatori di bestiame.
È questo il debole appiglio storico su cui si regge "Texas Rangers" e che già in passato aveva ispirato film simili. Come spesso accade, il cinema americano tenta di aggiornare i miti del passato, ma non sempre, ed è questo il caso, i risultati sono pari allo sforzo compiuto. Fare un western oggi avrebbe senso solo per cercare un rovesciamento delle regole che hanno governato questo genere per decenni (esempio memorabile è "Gli spietati" di Clint Eastwood). "Texas Rangers" è invece un western ordinario, che nulla aggiunge e nulla toglie al mito del cowboy americano e ripropone stancamente e senza troppa originalità quanto già visto: la violenza e la crudeltà, il mito della frontiera (qui però i "cattivi" non sono gli indiani, ma i messicani), la solitudine del cowboy (nel personaggio di Leander McNelly, coraggioso e leale ma violento e insofferente), la crescita umana del giovane Lincoln Rogers Dunnison, interpretato da un James Van Der Beek più che mai desideroso di scrollarsi di dosso il personaggio di Dawson in "Dawson's Creek".
"Texas Rangers" tenta di farsi epico e ricreare una mitologia di eroi positivi, ma non riesce a evitare di rimanere schiacciato dalla mancanza di potenza visionaria e da un avvitarsi continuamente su se stesso senza trovare spiragli di vera ispirazione. Steve Miner dirige con navigato mestiere, non eccedendo con i campi lunghi e cercando invece un'apprezzabile quanto troppo estemporanea attenzione agli stati d'animo dei personaggi. Ma il film soffre soprattutto di una sceneggiatura prevedibile e di una struttura narrativa che si adagia ben presto sul binomio caduta-riabilitazione e conduce a uno scioglimento intuibile fin dalle prime inquadrature.
Titolo originale: Texas Rangers
Regia: Steve Miner
Sceneggiatura: Scott Busby (dal romanzo di George Durham)
Fotografia: Daryn Okada
Montaggio: Gregg Featherman, Peter Devaney Flanagan
Musiche: Trevor Rabin
Scenografia: Herbert Pinter
Costumi: Wendy Partridge
Interpreti: James Van Der Beek (Lincoln Rogers Dunnison), Rachael Leigh Cook (Caroline Dukes), Ashton Kutcher (George Durham), Dylan McDermott (Leander McNelly), Usher Raymond (Randolph Douglas Scipio), Tom Skerrit (Richard Dukes)
Produzione: Alan Greisman, Frank Price
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 90'
Origine: Usa, 2001

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