#TFF33 – “Mi sento un genio”, Incontro con Lorenza Mazzetti

Il nome di Lorenza Mazzetti è indissolubilmente legato all’esperienza del Free Cinema, ma lei è anche una scrittrice e pittrice. Il TFF le consegna il Premio Adriana Prolo.

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Il Festival del Cinema di Torino anche quest’anno ha assegnato il Premio Adriana Prolo, in memoria della fondatrice e custode del Museo del Cinema. Il premio viene assegnato ad una personalità del cinema che abbia avuto un ‘articolare rilievo nel panorama nazionale e internazionale. Per l’edizione 2015 oltre che su Bruno Bozzetto, la scelta è caduta su Lorenza Mazzetti. Artista e intellettuale poliedrica, fiorentina di nascita e ormai romana d’adozione, il nome di Lorenza Mazzetti è indissolubilmente legato al Free Cinema che si sviluppò in Inghilterra a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Con mezzi di fortuna nel 1956 girò Together che rappresentò il Paese al festival di Cannes di quell’anno e il suo sodalizio artistico con Lindsay Anderson, Karel Reisz, Tony Richardson e gli

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Lorenza Mazzetti, Free cinema

Lorenza Mazzetti, Free cinema

altri autori di quella stagione del cinema inglese segnò la vita di Lorenza Mazzetti che ha raccolto queste sue memorie in un libro dal titolo Diario londinese. L’altro importante episodio che ha segnato la sua vita è l’eccidio della famiglia del cugino di Albert Einstein. L’episodio è raccontato in Il cielo cade che successivamente è divenuto anche un film. Oggi Lorenza Mazzetti guarda al suo passato con la tranquillità di chi sa di avere completato qualcosa di importante e di avere attraversato quella parte così vivace della cultura europea di cui si sente partecipe ancora oggi. La rivista del Museo del Cinema, Mondo Nuovo, giunta quest’anno al suo 50esimo anno di vita dedica a questa regista e scrittrice un numero monografico che ripercorre la sua esperienza di vita e artistica. La chiacchierata è stata sempre sui toni leggeri dell’ironia.

Lorenza Mazzetti, Torino 2015

Lorenza Mazzetti, Torino 2015

La sua è stata una vita da romanzo…
Penso di si, non ho mai cercato nulla nella vita mi è capitato di tutto e quindi si, una vita da romanzo…
Il Premio Prolo è stato un premio inatteso?
No, il premio era atteso, io per la verità mi sento un genio e mi chiedevo come mai ancora non lo avessi ricevuto.
Il suo nome è legato al Free Cinema, ma se lei oggi dovesse spiegare cosa significasse all’epoca essere liberi?
Noi ci sentivamo soprattutto liberi dalle costrizioni dei produttori il quale definiva non solo i soldi e solo noi e non il produttore, stabilivamo cosa si potesse dire e non dire. Il nostro era davvero un cinema indipendente e Anderson fu il primo ad organizzare un festival di cinema indipendente, invitando tutti quelli che facevano il cinema senza produttori. Forse questo faceva nascere un cinema difettoso, dove le luci non erano del tutto perfette, dove forse i suoni non erano fedelmente riprodotti, ma tutto questo per noi non aveva importanza, l’importante era realizzare i film e sentire nostri quei film. L’importante era il fatto di fare ciò che volevamo fare.
Questo corrispondeva ad uno stile di vita inconsueto o no…
Sono loro che mi hanno voluto conoscere. Lindsay Anderson mi ha aiutato a fare il sonoro del film. Era burbero, burberissimo e mi disse che mi avrebbe aiutato solo se il film gli fosse piaciuto. Da quel momento ha cominciato a comandarmi come un capitano. Io e il mio amico Daniele Paris mi ricordo che andavamo a cena a casa di Lindsay Anderson. Lui cucinava delle ottime polpette al curry e io in verità non conoscevo all’epoca il curry e mi sembravano squisite. Poi dopo cena, smetteva i panni del colonnello e si trasformava in un cantante. Anderson aveva una bellissima voce e cantava canzoni romantiche o ballate irlandesi. Si scioglieva così tutta la sua burbera essenza.
Andavate al cinema insieme?

Together,Mazzetti, 1956

Together,Mazzetti, 1956

E poi si certo che si andava al cinema insieme e si usciva molto emozionati.
Lei era l’unica donna in quel gruppo di registi, si sentiva in minoranza?
Mi innamoravo di tutti…(ride). D’altra parte erano tutti affascinanti…Ma in realtà quello che voglio dire è che il cinema mi ha aiutato a rimuovere la tragedia della mia famiglia. Ho completamente rimosso tutto. Non ne ho mai parlato neppure con loro. Quando è morto Karel Reisz ho saputo che anche lui era ebreo e che si era salvato grazie ad un avvocato che pagava per ottenere la vita di alcun persone e così insieme ad altri anche Karel che allora era bambino si é salvato.
Erano tutti laureati a Cambridge e facevano parte dell’upper class e avevano anche una certa inflessione mentre parlavano dalla quale si capiva da quale classe provenissero e di certo tutte le porte si aprivano per loro, ma loro provavano a mascherare questa naturale inflessione e mi ricordo che ad esempio Tony Richardson balbettava nel tentativo di non apparire uno della upper class.
È stato molto bello quando hanno deciso di mandare il mio film al festival di Cannes, non credevo di meritarlo, ma hanno insistito e mi hanno comprato anche un vestito perché non ne avevo di adatti. Mi ricordo che siamo arrivati a Cannes e abbiamo preso una stanza. Poi li ho fatto un incontro …nella vita tutto mi è capitato. Ho conosciuto Cesare Zavattini che mi ha detto che il mio film avrebbe vinto nella sezione dei film di avanguardia e mi ha chiesto di andare a trovarlo una volta in Italia.
Ma perché poi hai smesso con il cinema?
Perché non mi ritrovavo in quel cinema verità che si faceva in Italia. Io avrei preferito realizzare un cinema differente, per me il cinema è fantasia è un’altra verità rispetto a quella reale e così ha deciso di cominciare a scrivere e a fare dell’altro.
Ma quanto ha contato, invece il cinema nella sua vita, non solo quello del free cinema, ma anche quello degli altri?
Ha contato moltissimo…guardo tutto al cinema o almeno tutto quello che mi sembra interessante…anche il cinema italiano ho visto di recente un film molto bello, il titolo è orribile, si chiama Non essere cattivo, ma il film è bello, molto bello. Il titolo sembra diminuire il film e questo è un film molto grande e anche gli attori sono molto bravi e gran parte della riuscita di un film dipende dalla scelta degli attori.

Lorenza Mazzetti, TFF33

Lorenza Mazzetti, TFF33

Trova delle analogie tra i fatti che hanno segnato la sua famiglia e quanto accade oggi, secondo te coi sono soluzioni?
Certo che ci sono soluzioni, quelle che sta provando a mettere in pratica Bergoglio. Unire le Chiese, cessare di fare della religione ognuna con la propria verità. I fatti che hanno visto come vittime la famiglia Einstein sono stati causati dalla demonizzazione di un popolo e di una religione. E questo purtroppo nasce da come la Chiesa cattolica ha trattato un popolo con il marchio di deicidio che è un peccato non espiabile. Purtroppo di questo la Chiesa cattolica non ha mai chiesto perdono. Bisogna che cambino le religioni e che ci sia amicizia tra religioni e che non ci siano più religioni che condannino altre religioni.
Era mai stata a Torino?
No, mai…è bellissima, non ci ero mai venuta. Vorrei vedere molte cose, già in verità ho avuto un colpo di bellezza, questi palazzi meravigliosi. La cosa strana è che trovo Torino bellissima, ma non capisco perché “Torino a Roma sia insopportabile”, nel senso che certi quartieri di Roma che sono costruiti come quelli di Torino sono insopportabili, come il rione Prati. Sono palazzi presuntuosi. Ero restia a venire a Torino e pensavo che questa città fosse insopportabile come quei quartieri di Roma. Io amo la Roma medievale. Ci devo tornare comunque per vedere quello che non riuscirò a vedere in questa occasione.

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