#TFF34 – Les Derniers Parisiens, di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey
Un film che non sbaglia un colpo, si potrebbe dire, ma forse il problema è proprio qui, In tutta questa esattezza ricercata, in quest’impossibilità di evadere da un intreccio blindato . In concorso
Nasser (Reda Kateb) e Arezki (Slimane Dazi) sono due fratelli di origini magrebine, molto diversi fra loro. Se il primo (di una quindicina d’anni più giovane) vive una vita allo sbando e non riesce a metter la testa a posto, l’altro lavora sodo da tutta la vita e rifiuta di cedere alla tentazione del soldo facile vinto alle scommesse o in giri poco chiari. Entrambi sono i proprietari del bar Prestige, le cui mura si trovano nel quartiere parigino di Pigalle. A causa della libertà condizionata di Nasser appena uscito da galera, Arezki è il gestore del locale che porta avanti come un tranquillo locale per turisti. Nassar invece vorrebbe entrare nel giro dei locali notturni. I due finiranno inevitabilmente per entrare conflitto.
Reda Kateb regge bene la tensione e i nervi accesi di un uomo appena uscito di prigione, che fatica a trovare la retta via e a ricominciare da capo. Una vita dove sembra impossibile cavarsela senza essere arroganti o fregare tutti. E poi c’è il duro Arezki, un bravissimo Slimane Dazi, i cui occhi e le dure parole sembrano non lasciare mai tregua né dare fiducia al fratello, ma in cui si intravede il sentimento d’amore. Un personaggio che è stanco e non vede l’ora di fuggire. In un mondo che, facendo eccezione della bella Mélanie Laurent, sembra essere popolato principalmente solo da uomini.
Il film d’esordio dei due rapper Hamè Bourokba e Ekoué Labitey si appoggia a una trama molto semplice e lineare, recitato molto bene e accompagnato da ottime musiche, un film che non sbaglia un colpo si potrebbe dire. Ma forse il problema è proprio qui, in tutta questa esattezza ricercata, in quest’impossibilità di evadere da un intreccio blindato che non rischia e non si sporca mai le immagini.