#TFF36 – Ricordando Bertolucci e parlando del futuro del cinema: incontro con Jia Zhang-ke e la giuria

È arrivato il tradizionale momento di presentazione per la giuria del Concorso Ufficiale del Torino Film Festival. Ma prima di parlare del TFF36 era giusto e doveroso ricordare Bernardo Bertolucci.

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È arrivato il tradizionale momento di presentare la giuria del Concorso Ufficiale del Torino Film Festival. Ma prima di parlare del loro ruolo di giurati e prima di riflettere sui film in concorso, era doveroso e giusto chiedere al presidente di giuria Jia Zhang-ke, e poi a Marta Donzelli, Miguel Gomes, Col Needham e Andreas Prochaska un ricordo di Bernardo Bertolucci.

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Jia Zhang-ke  parla di una “una notizia choc che accomuna tanti miei colleghi in Cina. So già che molti di loro si stanno già mobilitamdo per ricordare il Maestro. Nel 1987 Bertolucci ha girato L’ultimo imperatore a Pechino, un film visto dalla maggior parte del pubblico cinense, un film ancora oggi riconosciuto dal grande pubblico. Lui ha saputo raccontare un personaggio politico ma anche la persona comune che c’era dietro… è stato uno dei primi registi ad arrivare in Cina negli ’80 e mi ricordo che quando giravano il film nella Città Proibita tanti studenti dell’accademia hanno assistito alle riprese. Io l’ho conosciuto nel 2013 a Cannes, mi disse che voleva assolutamente vedere il mio film Useless… sono stato molto sorpreso perché non credevo lo conoscesse! Ma lui mi disse che aveva visto tutti i miei film tranne quello. Una frase che mi ha commosso tantissimo, mi ricorderò per sempre quell’episodio, è stato un grande incoraggiamento per me”.

La produttrice italiana Marta Donzelli parla di “giorno molto triste. Non lo conoscevo personalmente, ma oggi si ha la sensazione di un mondo che sta perdendo i grandi maestri del cinema. Pochi come lui hanno raccontato il Novecento”. Il regista austriaco Andreas Prochaska racconta di essere “cresciuto in un piccolo villaggio con appena due sale, le mie visioni dipendevano dalla loro programmazione. Ricordo due film in particolare: Apocalypse Now di Coppola e Novecento di Bertolucci. Quelle immagini resteranno per sempre con me”. Il regista portoghese Miguel Gomes chiude dicendo: “è naturale oggi ricordarlo per i suoi grandi capolavori e per le grosse produzioni, ma mi piace anche ricordarlo per La tragedia di uomo ridicolo, per me il suo miglior film, un ritratto di incredibile forza di quell’epoca così complessa.”

Si passa poi a parlare di TFF e futuro del cinema. Jia è alla sua “terza volta a Torino, la seconda come giurato. Vedete: per la sesta generazione di registi cinesi, nata artisticamente negli anni ’90, questo festival è stato importante, molti di noi siamo stati invitati e promossi da Torino. Non vedo l’ora di vedere i film! Perché per me è solo attraverso gli sguardi dei giovani registi che si può riuscire a capire la società, i cambiamenti, il mondo intorno a noi. Sono convinto che il TFF possa essere uno dei modi che abbiamo per riuscire a intercettare un possibile futuro per il cinema”. Per Gomes, invece, “è la quarta volta a Torino. Un festival speciale per me perché è il mio primo cortometraggio, nel 1999, fu proiettato qui. Non vinse nulla allora… ma aveva ragione la giura, perché non meritava certo un premio!”. Ora la parola passa i film.

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