#TFF37 – The Last Porno Show, di Kire Paputts

Un giovane aspirante attore eredita dal padre un cinema a luci rosse. Sarà il momento di fare i conti con il proprio passato e decidere se propiettare un ultimo spettacolo. After Hours

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Avanti e indietro. Dentro fuori. Colonna sonora di gemiti inequivocabili. Sin dalla prima sequenza, con la macchina da presa rivolta al grande schermo, le cose sono messe in chiaro: andrà in scena la sessualità, o meglio, il porno. D’altronde anche il titolo, omaggio dichiarato al Bogdanovich di The Last Picture Show (L’Ultimo spettacolo), non ne fa mistero, andando a stuzzicare i pensieri più pruriginosi degli spettatori. Ma non bisogna farsi illusioni, siamo ben lontani, non solo dai terreni dell’hardcore, ma anche da quella Hollywood delle boogie nights promiscue rievocate da Paul Thomas Anderson.

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Le luci rosse sono quelle affievolite di un cinema per adulti che sta per chiudere. Ultimo superstite tra i suoi simili nel cuore di Toronto, che non può più reggere la concorrenza sleale dell’homevideo, che ha portato comodamente il sesso tra le mura domestiche. Fatiscente e popolato di tutti quei personaggi che secondo la narrazione classica ci si aspetterebbe di trovare in un tale luogo, è anche la bizzarra dote che un padre lascia in eredità al figlio. È così che Wayne scopre che suo padre Al, il suo grande mito, è stato un pornografo.

Quel piccolo cinema familiare si fa allora curioso tempio  della memoria. Quasi un amarcord felliniano, se volessimo osare, in cui la sala cinematografica diviene l’universo prescelto dell’educazione sessuale e del passaggio alla vita adulta, nonché dell’elaborazione del passato. Specie se poi la sala e la casa paterna regalano incontri con bambole gonfiabili, oggetti fallici e pericolosi “black hole”.

La missione di riscattare il cinema del padre, di rimetterlo in vita, fosse anche per una sola ultima proiezione, attraversando così i luoghi e le emozioni della propria infanzia, si tramuta però per Wayne in una traumatica seduta di anamnesi che lo porta nei difficili terreni del rimosso, con un continuo gioco di flashback e sovrapposizioni, acuite dal fatto che Wayne, aspirante attore, è stato scritturato per una difficile scena di sesso…

In The Last Porno Show, presentato al 37° Festival del Cinema di Torino nella sezione After Hours, il giovane regista canadese di certo non ha paura di osare e sembra divertirsi nello scandalizzare il pubblico più impressionabile con sequenze scult  (come il lungo amplesso con il televisore) e con rari inframezzi hard. Ma il porno e la sessualità, che restano solo come esile cornice, avrebbero avuto bisogno di una narrazione diversa, ben lontana dai cliché, quasi comici, cui qui vengono continuamente relegati.

Un’occasione mancata che tuttavia lascia un sapore più dolce che agro. Perché è cinema che riflette sul cinema, quello di Kire Paputts, al suo secondo lungometraggio. Metacinema che guarda con nostalgia all’epoca d’oro delle sale cinematografiche, siano anche XXX, all’erotismo pulsante del velluto rosso delle poltrone, al sensuale buio squarciato solo dalle immagini.

Difficile, almeno su questo, non essere d’accordo.

 

 

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