#TFF40 – Svegliami a mezzanotte: incontro con Francesco Patierno e Fuani Marino

Regista e autrice hanno raccontato gli elementi cardine di un flusso di voce, immagini e vecchie fotografie che prova a restituire la carica drammatica dell’omonimo libro. Sezione documentari

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Tratto dall’omonimo libro di Fuani Marino, Svegliami a Mezzanotte, presentato al Torino Film Festival nella sezione documentari, è il nuovo film di Francesco Patierno in cui c’è il tentativo da parte del regista, di tradurre in un flusso di immagini la carica drammatica della storia di un tentato suicidio.
“È un esperimento che sto facendo da molto tempo – racconta Patierno – “perché sono sempre stato affascinato dai film di repertorio e dal loro potenziale creativo. Ho capito quanto un’immagine decontestualizzata e rimontata in un determinato modo possa essere nuovo materiale originale per raccontare un’altra storia. In questo caso forse ha trovato la sua migliore espressione. La sfida, prosegue, era riuscire a raccontare qualcosa di irraccontabile, che non è solo la storia di Fuani ma anche ciò che avviene nella sua mente ed ero sicuro che un film di finzione non sarebbe stato in grado di far arrivare quella forza. Perciò ho deciso di usare quelle che io chiamo sinapsi visive, pensieri fulminei che creano immagini nuove”.
A legare vecchie fotografie, materiale dell’archivio Luce e brevi inserti fiction è il voice over di Eva Padoan, scoperta dal regista “mentre vedevo una serie di Park Chan-Wook doppiata” e fin da subito considerata “perfetta, la voce giusta per il film”.
Un film che, sottolinea Fuani Marino, “è, come nel libro, un ibrido, una fusione di generi capace di creare una sorta di polifonia” e, nato da “un grande atto di fiducia e di empatia reciproca”, ha consentito di portare sul grande schermo una storia che possiede un certo senso di universalità e condivisibilità; d’altronde sottolinea Patierno “l’uso del materiale d’archivio mi ha fatto capire come la storia di Fuani sia profonda anche da un punto di vista storico, perché riflette un’immaginario e un’educazione che noi abbiamo subito. Il fim è composto da frammenti che ci fanno capire chi siamo e da dove veniamo”.
Svegliami a mezzanotte è un racconto di dolore, di presa di consapevolezza, di paura e di speranza. Un racconto che Fuani ha già potuto osservare da spettatrice, avvertendo “una forte sensazione di straniamento, perché la mia esperienza è filtrata da uno sguardo altro e sembrava quasi di vedere scorrere su schermo una vita che non fosse la mia”. Un racconto che ha indiscutibilmente messo a dura prova il cineasta che ammette di aver “sentito istintivamente un grande senso di responsabilità” e di avere “letto e riletto il libro per entrare nel cuore della storia.”
Una storia ulteriormente elevata dalla scelta e dall’utilizzo delle musiche originali di Massimo Martellotta, il quale, evidenzia Patierno “ha fatto un lavoro straordinario. Ha creato un meccanismo che spingesse lo spettatore a provare sensazioni da “thriller”. Musiche mai didascaliche, perché non mi piacciono quelle che accompagnano la scena, ma  che scavano e portano alla luce qualcosa che nel racconto non è magari così a fuoco, conferendo tridimensionalità alla narrazione”.
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