Thanks!, di Gabriele Di Luca

Trasposizione dell’opera teatrale Thanks for Vaselina, firmata dallo stesso autore, che porta sul grande schermo i suoi personaggi e il suo linguaggio in cui domina il “politicamente scorretto”.

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Fil e Charlie sono due amici che coltivano marijuana nell’appartamento in cui vivono, al terzo piano di un condominio fatiscente, in un quartiere povero e degradato. Il loro sogno è quello di dar vita a un’enorme piantagione in Costa Rica, insieme a Ysabel, fidanzata di Fil. Dopo aver fallito il primo tentativo di eludere i controlli dei poliziotti aeroportuali, introducendo una discreta quantità di ovuli contenenti i semi di marijuana nel corpo del cane di Ysabel, trovano in Wanda, una ragazza problematica conosciuta per caso, la loro nuova speranza. Con la complicità della madre di Fil, Lucia, una cinquantenne ludopatica, i due amici preparano Wanda al suo compito di corriere. Tutto si complica, però, quando dopo quindici anni di assenza, torna a casa Annalisa, padre di Fil ed ex marito di Lucia, diventata nel frattempo un transessuale…

Tratto dalla sua stessa opera teatrale di grande successo Thanks for Vaselina, portata in tutta Italia dalla compagnia Carrozzeria Orfeo, il soggetto di Gabriele Di Luca (autore anche della sceneggiatura, insieme a Luca Infascelli e Gianni Romoli) fa del “politicamente scorretto” il suo principio fondante di narrazione. A distinguersi davvero, però, è il modo, assolutamente naturale e privo di alcun filtro morale, in cui i suoi protagonisti, emarginati dalla società, ora disabili ora dipendenti dal gioco ora transgender, affrontano i tanti tabù della società odierna. Per portarli in sala, Di Luca si avvale di riferimenti cinematografici da lui stesso dichiarati (da Martin McDonagh a Vince Gilligan) e non, ma comunque ben visibili, come Trainspotting di Danny Boyle o Le belve di Oliver Stone. Quest’ultimo soprattutto per l’interessante lavoro sulla fotografia che mira a costruire un’atmosfera sognante, esotica ma al tempo stesso allucinata, esattamente come sono le aspirazioni dell’insolito trio di giovani protagonisti (Fil, Charlie e Wanda), che nel mito della Costa Rica infondono tutto il desiderio di fuggire dalla propria vita, chiaramente solo un pretesto dietro cui si nasconde in realtà il loro inconscio rifiuto verso se stessi.

In un film che mantiene comunque la sua impostazione teatrale, ruotando attorno alle medesime location e muovendosi nell’arco di pochi giorni, poggiandosi inoltre soprattutto sui dialoghi tra un cast evidentemente ben affiatato, il passaggio al grande schermo viene giustificato da Di Luca e dagli attori della compagnia innanzitutto per il carattere “cinematografico”, riconosciuto da molti addetti ai lavori, dell’opera originale. Eppure l’impressione guardando la pellicola è che Thanks for Vaselina abbia perso d’efficacia e potenza invece di guadagnarci, risultando  in qualche modo “ripulita” nella trasposizione, a partire dal titolo (dipeso, però, da logiche commerciali imposte ed esterne, come raccontato dal produttore Luca Barbareschi, in realtà dettosi fortemente contrario a questa “censura”) fino al linguaggio (aspetto poi confermato chiaramente dal regista stesso). L’opera prima di Di Luca sembra così caratterizzata da questa confusa sovrapposizione dei due medium, con una commedia nera dalle battute poco brillanti, dai sentimenti dei protagonisti fin troppo dichiarati ed espliciti, da una regia infine magari volutamente spenta ma così facendo poco incisiva.

In Thanks! rimane, però, il coraggio assoluto di introdurre temi e soprattutto un modo di raccontarli poco consueti nel cinema nostrano. Decisamente non più consueto è infatti la scelta di Di Luca di “neutralizzare” l’ambientazione in una storia comunque generazionale e di periferia, usando le ormai abusate location romane ma senza l’intenzione di catturarle con precisione o, ancora, rifiutandosi di adottare una parlata popolare riconoscibile e ormai più che sdoganata. Il regista e autore preferisce quindi puntare su di una prova attoriale generale dalla forte sensibilità (Luca Zingaretti in primis), su di una scenografia prevalentemente casalinga povera e degradante, su di una messa in scena forse eccessivamente immediata ma anche decisamente universale. Come universali sono i sogni dei protagonisti, le loro fragilità, le loro paure e soprattutto, i loro errori. Thanks! ha infatti soprattutto il merito di non cadere nella facile trappola del “messaggio”, della condanna. Comprende, magari compatisce anche nel finale, ma sicuramente non giudica e questo sì che può considerarsi, nel panorama nostrano, davvero “inconsueto”.

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Regia: Gabriele Di Luca 
Interpreti: Antonio Folletto, Massimiliano Setti, Luca Zingaretti, Beatrice Schiros, Francesca Turrini, Maria Chiara Augenti, Giuseppina Merli, Claudio Bigagli
Distribuzione: Eliseo Cinema

 

Durata: 105′
Origine: Italia, 2019

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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