The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, di Marc Webb

ll contributo di Alex Kurtzman e Roberto Orci è decisivo per riscattare il progetto dal fiacco risultato del primo capitolo. I due conoscono perfettamente non solo l'umore del protagonista ma anche quello del suo lettore. La loro consapevolezza esalta l'anima spettacolare e quella romantica e Peter Parker torna ad essere il ragazzo che deve fare i conti con le conseguenze del suo potere.

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                                                                                                         "Spider-Man è il supereroe che potresti essere tu"

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                                                                                                                                               (Stan Lee)

La lista dei cambiamenti creativi e tecnici di The Amazing Spider-Man 2 è stata così drastica che ha ammesso implicitamente il sostanziale fallimento del primo capitolo. Il suo successo era arrivato puntuale anche senza il prezioso contributo di Sam Raimi ma il precoce reboot non aveva mostrato la forza necessaria per aprire una nuova saga. L'azzeramento della prima trilogia non era stato giustificato: il film non aveva una propria personalità e si appoggiava soltanto alla forza consolidata dell'epica di Peter Parker. La Sony ha imparato dai suoi errori e i rinforzi che sono arrivati in aiuto di Marc Webb hanno trovato subito le leve da muovere per ritrovare la trascinante empatia del personaggio. La nuova sceneggiatura di Alex Kurtzman e di Roberto Orci è stata un contributo decisivo: la coppia lavora da anni su dei materiali che hanno una forte autoreferenzialità. Il loro talento è quello di entrare immediatamente in sintonia non solo con il mood di un soggetto preesistente ma anche con la suscettibile sensibilità del suo fandom. Questa dote gli ha permesso di riscrivere insieme a J. J. Abrams un universo narrativo intoccabile come quello di Star Trek senza incorrere nell'ira e nella repulsione degli ortodossi. I due fanno parte di questa comunità e sanno cosa devono eliminare e cosa devono conservare nell'operazione di adattamento: le loro capacità di selezione ha l'obbiettivo di salvare la tradizione invece di superarla.

Il primo film era stato pensato da un estraneo mentre questa volta lo script condivide qualcosa con il pubblico: i dialoghi e il carattere dei personaggi trasmettono lo stesso piacere liberatorio delle evoluzioni alla macchina da presa di Sam Raimi. Il regista aveva sempre sognato di animare gli splendidi disegni dell'età dell'oro di John Romita Senior mentre Alex Kurtzman e Roberto Orci hanno fatto di tutto per onorare il privilegio di scrivere una scena tra Peter Parker e Gwen Stacy. La coppia di scrittori ha rimesso il film sui giusti binari di un'identità e di una struttura definite e tutto il resto del film ha trovato un nuovo slancio dopo un esordio fiacco.

Il talento di Marc Webb nel campo del romance giovanile si era intravisto in 500 Days of Summer e adesso è funzionale al complicato rapporto tra i due ragazzi: Una relazione che è la colonna portante di tutta l'epopea universale del supereroe con superproblemi. Il copione replica in maniera formidabile il meccanismo che ha fatto la fortuna di Stan Lee e ha rivoluzionato la storia della Marvel. Il sottoplot non deve mai essere secondario rispetto all'azione principale: l'intrattenimento dell'inverosimile deve restare ancorato alla malinconia di fondo del reale. La sontuosa sequenza del primo combattimento tra l'eroe ed Electro a Times Square è l'emblema di una ritrovata sintonia tra tutte le parti che concorrono alla produzione del film. L'iconicità del contesto scenografico e la sua successiva distruzione garantiscono la forza spettacolare della scena ma l'enorme impatto degli effetti speciali sarebbe inutile se gran parte della lotta non fosse vista dalla prospettiva di Gwen Stacy.

Il dramma di un orfano che deve sempre usare i suoi poteri per salvare qualcuno che ama è intonata dalla musica di Hans Zimmer e alle sue ri-orchestrazioni delle partiture di Johnny Marr e di Pharrell Williams. Il conflitto interiore del potere e della responsabilità trova un corrispettivo nei due villain e nella precisa definizione che ne fanno Jamie Foxx e Dane DeHaan. La fedeltà al fumetto non è stata assicurata soltanto dall'ispirazione visiva del comic-book e nemmeno dalla somiglianza esteriore degli attori con i personaggi che interpretano: il copione lavora su un livello più profondo.

Alex Kurtzman e Roberto Orci sanno come ci si sente quando si legge una storia di Spider-Man e lavorano sulla nostalgia di chi lo ha fatto e sul piacere di chi lo fa ancora. La coppia deve guadagnarsi questo rispetto per fare quello che nessuno finora aveva avuto il coraggio di fare: il loro azzardo è l'unica mossa che potrebbe accantonare l'inevitabile paragone con Sam Raimi. La sola cosa certa è che i due conoscono perfettamente il valore emotivo del finale che hanno scelto: una licenza che può essere concessa soltanto a chi conosce il potere suggestivo della promessa dell'ultima pagina e del numero successivo. Una consapevolezza che unisce tutti quelli che un giorno da bambini hanno indossato quel costume…

 


Titolo originale: The Amazing Spider-Man 2

Regia: Marc Webb

Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Dane DeHaan, Sally Field, Paul Giamatti, Campbell Scott, Embeth Davidtz, Colm Feore, Martin Sheen

Origine: USA, 2014

 

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    "The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro", di Marc Webb

    Alex Kurtzman e Roberto Orci sono abituati a riscrivere un materiale preesistente sotto la suscettibile lente d'osservazione del suo fandom. Il loro contributo è decisivo per riscattare il progetto di The Amazing Spider-Man dal fiacco risultato del primo capitolo. I due conoscono perfettamente non solo l'umore del protagonista ma anche quello del suo lettore. La loro consapevolezza esalta l'anima spettacolare e quella romantica del film e Peter Parker torna ad essere il ragazzo che deve fare i conti con le conseguenze del suo potere.

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