The Bra – Il reggipetto, di Veit Helmer

Racconto poetico che attraverso l’atipicità di luoghi e personaggi parla della grandezza delle piccole cose. Più che una favola un timido consiglio tra le rime sulla necessità di continuare a sognare

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Parlare attraverso le espressioni facciali, la danza, i movimenti del corpo, i suoni, i colori. La sfida del regista tedesco Veit Helmer percorre i solchi già tracciati da altri autori come Dominique Abel e Fiona Gordon (Iceberg 2005) con la decisione di abolire i dialoghi. The Bra è la storia, attraverso immagini e rumori, di Nurlan (Miki Manojlovic l’attore feticcio di Emir Kusturica) un macchinista scapolo che cerca attraverso varie peripezie la proprietaria di un reggiseno rimasto impigliato nel tergicristalli del treno.
L’idea del film nasce dall’osservazione che in Azerbaigian e precisamente nella regione vicino la capitale Baku, i treni passano molto vicini alle abitazioni: in un quartiere densamente popolato chiamato Shangai la vita si svolge letteralmente sui binari tra banchetti per giocare a carte e panni stesi ad asciugare.

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Veit Helmer già autore dello splendido Absurdistan (2008) imposta la sua poetic comedy dipingendo degli affreschi di vita quotidiana: il bambino che avverte del passaggio del treno, la ferroviera (Chulpan Kamatova) che si diverte con gli scambi, l’apprendista macchinista (Denis Lavant) che suona la tromba al ritmo degli ingranaggi, la donna che continua a dimenticarsi i panni stesi (Paz Vega). Il mutismo dei personaggi è sostituito da un’ampia gamma di emozioni e sentimenti spesso enfatizzati dalle splendide musiche di Cyril Morin. Partendo da un dato realistico Veit Helmer spinge sul lato surreale prendendo spunto dalle atmosfere ironiche di Aki Kaurismäki e dai silenzi malinconici di Roy Andersson. La gestualità e la mimica dei singoli attori sostituiscono gli scambi verbali: su tutti spiccano Miki Manojlovic che riesce con gentilezza e grazia a farsi aprire la porta da un numero impressionante di donne e Denis Lavant impegnato in una indimenticabile danza da odalisca lasciva. Molte scene rivelano l’indole dei personaggi e i loro più intimi desideri: i regali di Nurlan per chiedere in sposa una guardiana di pecore si scontrano con la necessità della forza fisica come selezione per la candidatura a coniuge. E la grande fatica investigativa di Nurlan alla ricerca della Cenerentola per la sua scarpetta sottende la grande solitudine di un uomo che può solo spiare timidamente i corpi femminili dietro le tendine senza mai riuscire ad avvicinarne uno.
I luoghi scelti per le riprese rimandano ad un tempo indefinibile dove non ci sono cellulari o computer e i macchinari della stazione sembrano fermi agli anni 80: questo amplifica l’aspetto surreale che fa da sfondo alle storie dei personaggi. Al posto dei Leningrad Cowboys compaiano i cori delle donne e il concerto per tromba e ingranaggi di Denis Lavant. Riuscirà il timido Nurlan a ritrovare la padrona del reggiseno?
Forse la cosa più importante per Nurlan è il viaggio di ricerca con un piccolo amico che gli mostra le bellezze della vita: anche se in tutti i suoi incontri vince la delicatezza e la leggerezza, questo non gli risparmia un grottesco pestaggio dagli iracondi mariti delle donne importunate. Non c’è spazio a questo mondo per i sognatori?

Girato nel 2017 prima che il villaggio Shangai fosse demolito, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali, The Bra è un racconto poetico che attraverso l’atipicità di luoghi e personaggi parla della grandezza delle piccole cose. Più che una favola un timido consiglio tra le rime sulla necessità di continuare a sognare.

Titolo originale: The Bra
Regia: Veit Helmer
Interpreti: Miki Manojlovic, Denis Lavant, Chulpan Khamatova, Paz Vega, Ismail Quluzade, Boriana Manoilova, Sayora Safarova, Frankie Wallach, Manal Issa
Distribuzione: Lab 80
Durata: 90′
Origine: Germania, Azerbaijan, 2018

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (7 voti)
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