“The Butterfly Room – La stanza delle farfalle”, di Jonathan Zarantonello


Come spesso accade con questo tipo di operazioni, la questione dei riferimenti e degli omaggi è ovviamente la meno interessante e inedita dell'opera, che invece ha in serbo per lo spettatore istanti di genuina e angosciosa inquietudine, e un'atmosfera di colante morbosità che resta incollata alle immagini, grazie alla bella abilità di Zarantonello di giocare con gli spazi dell'appartamento di Ann, vero e minaccioso mostro pulsante del film

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The Butterfly Room prosegue l'ostinata via di Jonathan Zarantonello ad un horror indipendente e soprattutto molto personale, che prende vita in questo caso proprio da un romanzo dello stesso Zarantonello, Alice dalle 4 alle 5. Autore che oltreoceano riuscì agli esordi a strappare addirittura una distribuzione bollino Troma, Zarantonello stavolta imbastisce un progetto internazionale che gli permette di schierare ipertesti in carne e ossa della storia del cinema dell'orrore come Ray Wise, Heather Lagenkamp, innanzitutto Barbara Steele tornata al lustro del genere che le ha donato fama immortale. Come spesso accade con questo tipo di operazioni, la questione dei riferimenti e degli omaggi è ovviamente la meno interessante e inedita dell'opera, che invece ha in serbo per lo spettatore istanti di genuina e angosciosa inquietudine, e un'atmosfera di colante morbosità che resta incollata alle immagini nonostante il trattamento fin troppo smaliziato e cerebrale riservato all'impalcatura smozzicata e saltellante dei flashback e degli andirivieni temporali (impalcatura, va da sé, perfettamente doppiata dalla efficace, se non originalissima, colonna sonora elettronica di Pivio e Aldo De Scalzi).

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Comunque: cosa nasconde nella buia “stanza delle farfalle” la signora Ann, imbalsamatrice per diletto alla continua ricerca di innocenti bambine di cui guadagnare la quotidiana fiducia prima di svelare il suo vero volto di maniacale, violenta aguzzina? Lo scopriranno a proprie spese la giovane madre e relativa pargoletta vicine di casa, il responsabile dei lavori di ristrutturazione del palazzo, e una sordida ragazzina, figlia di una prostituta con una gamba sola, che sbarca il lunario con le cospicue mance lasciatele dalle anziane signore delle quali si recita nipotina per alleviarne la solitudine.
La sinossi dice già molto della strada che The Butterfly Room si compiace di intraprendere, ma non racconta probabilmente della bella abilità di Zarantonello di giocare con gli spazi dell'appartamento di Ann, vero e minaccioso mostro pulsante del film, fatto di teche, oggetti del passato che sembrano respirare, soprattutto un intricato labirinto di finte mura e interstizi che si fa crudelmente funzionale alla sanguinosa frazione finale dell'opera (con una divertente trovata legata alla funzione redial del telefono di casa…), dove la mdp si incastra con gustosi sobbalzi nei buchi tra i calcinacci, crepe sottili tra le pareti, porte, cunicoli e serrature. Quasi una visualizzazione a incastro della pagina del libro di Zarantonello, innalzata ad impalcatura a vista delle immagini che essa stessa suggerisce.

Titolo originale: The Butterfly Room
Regia: Jonathan Zarantonello
Interpreti: Barbara Steele, Ray Wise, Erica Leerhsen, Heather Langenkamp, Ellery Sprayberry, Julia Putnam, Camille Keaton, James Karen, P.J. Soles, Adrienne King, Jasmine Jessica Anthony, Lorin McCraley, Elea Breitling, Matthew Glen Johnson
Origine: Italia, USA 2012
Distribuzione: Achab Film
Durata: 87'

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    3 commenti

    • Più che un commento, una precisazione: Pivio & Aldo De Scalzi non sono fratelli, come invece indicato nella recensione. Pivio è il nome d'arte di Roberto Pischiutta. Probabilmente se avessero deciso di firmare le loro colonne sonore come "Aldo De Scalzi & Pivio", non ci sarebbero stati equivoci …

    • imprecisione corretta, grazie della cordiale segnalazione.

    • Se questo è un regista,io sono Quentin Tarantino,ma scherziamo?Lungi da me provare invidia nei confronti di uno pseudo regista,ma per fortuna in Italia si sono accorti che quelli più che film,sono prese per i fondelli.Per ciò che riguarda la Troma entertainmentla società americana,alla quale si è rivolto per il suo filmetto precedente Medley,(scusate ma chiamarlo filmetto è più che un complimento),basta fare un corto con i vostri amici e far vedere un pò di splatter,magari accoltellando una persona ,e facendo vedere un pò di pomodoro e qualche salsiccia con ancora l'etichetta della macelleria attaccata,che escono fuori da un cappotto,e se li contattate il giorno dopo vi distribuiscono,ovviamente a vostre spese. Ma io dico,ha anche evitato per fortuna di inserire anche solo un frame del suo Madley su youtube,e ci credo …..se avete la possibilità di reperirlo sulle bancarelle per strada,non esitate ad acquistarlo,perchè è una vera chicca,altro che horror,c'è da ridere,e …