"The East", di Zal Batmanglij
Alcune scene sfondano il muro dello scult immediato, come la sequenza con le camicie di forza, imbarazzante nella sua reiterata ingenuità venduta come profondità spirituale, ma è nel suo insieme che il thriller di Zal Batmanglij non funziona, adagiandosi su una consuetudine manichea in cui non c'è reale alchimia tra i protagonisti.E alla protagonista Brit Marling mancano espressività e profondità per reggere da sola i giochi
L'ecoterrorismo è alla moda e riesce a metter d'accordo tutti, perché è facile polarizzare la visione in un bianco e nero che metta su fronti opposti corporazioni cattive e cellule armate in lotta per l'ambiente. The East non prova neanche a problematizzare il tema, a grattare sotto la superficie delle certezze, fa solo credere di partire da un punto di vista neutro, per poi vaporizzare alla prima occasione i dilemmi morali della protagonista, Sarah, agente speciale di un'agenzia privata di sicurezza infiltrata nel gruppo armato chiamato The East, appunto. A convincerla bastano un paio di sermoni retorici e poco articolati sulla decrescita, qualche mela recuperata dalla spazzatura e una serie di gimmick new age al limite del ridicolo sul fidarsi e abbandonarsi al gruppo.
Da una parte ci sono le multinazionali dell'energia e farmaceutiche, dall'altra un gruppo di anonimi ricconi e figlie di papà che giocano alla rivoluzione. Per Sarah la scelta è semplificata anche dall'aitante Alexander Skarsgard, con cui è destino intrecci il corpo (non prima di un bacio saffico del tutto gratuito con Ellen Page). The East è una sorta di super-gruppo segreto anarchico (anche se non è mai spiegato cosa li renda anarchici), un po' come degli Avengers senza superpoteri, ma con l'aggiunta di una tassativa ripartizione politicamente corretta (c'è il possibile gay, il nero, la ragazza obesa, la sordomuta…).
Alcune scene sfondano il muro dello scult immediato, come la sequenza con le camicie di forza, imbarazzante nella sua reiterata ingenuità venduta come profondità spirituale, ma è nel suo insieme che il thriller di Zal Batmanglij non funziona, adagiandosi su una consuetudine manichea in cui non c'è reale alchimia tra i protagonisti. Colpa probabilmente anche di Brit Marling, affezionata del regista e qui promossa a protagonista assoluta dopo ruoli da comprimaria in film impegnati come La frode e La regola del silenzio: le mancano però espressività e profondità per reggere da sola i giochi, costretta a vagare per il rifugio finto-pauperista dei terroristi con occhi inebetiti. Se il gruppo di insorgentì è inventato, le schifezze perpetrate dalle multinazionali sono basate su fatti documentati e in qualche modo avvenuti: non si stenta a crederlo (la realtà è sempre peggio delle ricostruzioni di fiction), ma se l'unica soluzione dovesse essere quella prospettata qui, meglio mettersi il cuore in pace a un futuro di inquinamento e miseria.
Titolo originale: id.
Regia: Zal Batmanglij
Interpreti: Brit Marling, Alexander Skarsgard, Ellen Page, Toby Kebbell, Shiloh Fernandez, Patricia Clarckson, Jason Ritter, Aldis Hodge, Danielle Macdonald
Origine: Usa/GB, 2013
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 116'