The Forgiven, di John Michael McDonagh

Un film che vorrebbe essere una critica al colonialismo moderno ma che funziona solo a metà, retto essenzialmente dalle interpretazioni dei suoi attori.

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Non è certamente la festa di Fregene de La dolce vita quella che Richard Galloway (Matt Smith) organizza a pochi chilometri da Casablanca, ma l’atmosfera è assolutamente quella: un clima edonistico di alcool e droga, atteggiamenti che promettono di sfociare in un’orgia da un momento all’altro, una rappresentazione dell’omosessualità desueta e legata ad una Hollywood del passato, che diventa metafora di depravazione sessuale e lascivia come non si vedeva da anni. The Forgiven, di John Michael McDonagh, vorrebbe essere una critica al colonialismo contemporaneo, ma si perde lungo la strada come i suoi protagonisti.

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I coniugi Henninger (Ralph Fiennes e Jessica Chastain) sono una coppia di ricchi occidentali che ha costruito il suo matrimonio su premesse labili e in procinto di cedere. Lui è un alcolizzato altamente funzionale, lei un’ex scrittrice di libri per bambini che da otto anni non tocca una penna e ha sviluppato odio per ogni ragazzino. Invitati ad una festa nel deserto del Marocco, i due si smarriscono e finiscono per investire ed uccidere un giovane del posto. L’incidente è la pietra che infrange lo specchio di finzioni e fragilità che reggeva la loro vita.

Una premessa interessante che divide il film in due filoni narrativi separati. Da una parte la storia di Ralph Fiennes che, raggiunto dal padre dell’investito, deve affrontare un viaggio di due giorni di espiazione in compagnia della famiglia del morto. Nel torrido deserto marocchino dovrà confrontarsi con i suoi demoni personali per guadagnarsi il perdono e prendere atto delle sue responsabilità.

Parallelamente nella villa di Galloway si consuma la quasi orgia, in cui il personaggio di Jessica Chastain, finalmente privato del peso opprimente del marito e del matrimonio, affronta il trauma con cocaina e sesso occasionale, mentre gli invitati dialogano grossolanamente di filosofia e politica, senza riuscire a nascondere il razzismo classista che alimenta il loro modo di pensare.

 

Se la componente del viaggio nel deserto è interessante, capace di costruire suspense e tensione, altrettanto non si può dire per la festa, che anzi arriva a rompere il ritmo del film con i suoi dialoghi stucchevoli e artefatti, lasciando l’osservatore impaziente di tornare alla vicenda vera e propria, che viene inspiegabilmente ignorata non solo dal personaggio della Chastain, ma da ogni invitato alla festa, come se si trattasse di due film separati, in cui le azioni di uno non influiscono sugli eventi dell’altro, restando uniti soltanto dall’antefatto e dall’epilogo.

La scenografia della villa marocchina vorrebbe sottolineare il kitsch dei suoi abitanti, ma l’elemento che più di tutti conferisce queste sensazioni sono i dialoghi. Frasi fatte («una donna senza pudore è come un anello doro al naso di un maiale») e discorsi che vorrebbero essere intellettuali, ma sono banalizzazioni di sistemi complessi.

Le prove, come sempre ottime, di Fiennes e della Chastain, non bastano a reggere un film che funziona soltanto per metà. Un peccato perché la trasformazione del ricco e superficiale Fiennes, costretto a confrontarsi con la tragedia da lui causata e con la realtà quotidiana delle popolazioni del deserto, riesce a far vedere quello che The Forgiven avrebbe potuto essere se avesse continuato su questa strada.

 

Titolo originale: id.
Regia: John Michael McDonagh
Interpreti: Ralph Fiennes, Jessica Chastain, Caleb Landry Jones, Matt Smith, Abbey Lee, Christopher Abbott, Marie-Josée Croze, Alex Jennings, Saïd Taghmaoui, Mourad Zaoui
Distribuzione: Universal
Durata: 117′
Origine: UK, 2021

2.4
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Il voto dei lettori
2.8 (15 voti)
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