The Gangster, the Cop, the Devil, di Lee Won-tae

Si muove in una città memore del concept Fincheriano questo thriller incessante e senza morale, purtroppo carente dello spirito e dell’anima dei suoi personaggi. A noleggio su Amazon Prime Video

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Quando la notte più profonda inonda la grande città, sembra che attui una sconosciuta forza persuasiva capace di svegliare dal loro torpore diurno i miserabili nascosti nei più disparati anfratti urbani. Come se creasse una realtà alternativa in cui anche l’uomo più comune può dar libero sfogo alle sue più remote ed incontrollate pulsioni, anche senza una chiara e nitida motivazione. Ed è proprio nella notte di una grande città asiatica senza volto che Kang Kyung-ho (Kim Sung-kyu) compie i suoi sanguinari omicidi, sconvolgendo l’opinione pubblica e tenendo nel palmo della mano la polizia, da tempo brancolante nel buio. Sembra che proceda senza intoppi il percorso di Kang, fino a che il caso decide di riservagli come prossima vittima un grand bel brutto cliente da affrontare. Questo elemento di intralcio per Kang prende il nome di Jang Dong-soo (Ma Dong-seok), il gangster più pericoloso e potente della città, fortuitamente e miracolosamente scampato all’ennesimo tentato omicidio di Kang, quest’ ultimo consapevole di sfruttare la sua tanto amata oscurità non più per uccidere, ma per nascondersi dalla furia e dall’escalation di sangue e violenza che subirà da parte di Jang Dong e dei suoi scagnozzi. Ad accompagnare il gangster lungo la via della vendetta sarà Jung Tae-suk (Kim Mu-yeol), un poliziotto senza morale e focalizzato totalmente nell’ottenere il tanto agognato successo personale, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita. Ed è in questa melma pregna di immoralità e di una bieca vendetta personale, tratto per giunta da una storia vera, che si svolge The Gangster, the Cop, the Devil, diretto da Lee Won-tae e presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 2019.

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Il thriller sudcoreano smuove le sue losche pedine all’interno di questa enorme scacchiera metropolitana, alla ricerca non solo del tanto temuto killer, ma soprattutto del riscatto e della rivendicazione del proprio ruolo quasi perduto all’interno delle sovrastrutture della criminalità organizzata di questa grande città fin troppo silenziosa, preda oramai della costante lotta tra il bene al male. Infatti ad una lettura leggermente più elaborata, il film sembra voglia analizzare la decadenza dell’etica umana e della sua sottomissione quasi totale al servizio del male, senza mai fare distinzioni sociali e politiche. Come avviene nei fatiscenti palazzi del potere anche nelle piovose strade notturne accade di incombere nella violenta viltà dell’essere umano. Infatti i due protagonisti interpretati da Ma Dong-seok (Gilgamesh di Eternals) e da Kim Mu-yeol nelle loro azioni sono spinti solamente dall’ottenere e dal difendere il proprio onore, non curandosi minimamente nel ripristinare e vendicare l’equilibrio squarciato dai crimini di Kang Kyung e ,anzi, fare del caos una loro arma di redenzione e ricerca. Un affresco molto critico quello dipinto da Won-tae, ma pian piano sempre più inconsistente nella sua esecuzione e sì, molto stantio nel guardarlo. Nonostante la città sia memore di una messa in scena molto occidentale nella sua concezione, tanto da riconoscere quasi nelle scene degli omicidi una parvenza di Fincher e in generale del neo noir americano, purtroppo è vissuta da questa miriade di personaggi senza anima, resi da una sceneggiatura sicuramente non originalissima delle semplici macchiette senza una spiccata personalità e lasciati fin troppo spesso a fronteggiare le forme e le evoluzioni del classico action fuori dal tempo massimo. In special modo a soffrirne di più è il killer Kang, troppo simile nella sua caratterizzazione al ben più riuscito Ji Young-min del clamoroso The Chaser. Colpa forse di una regia quasi totalmente al servizio dei suoi attori ma comunque portatrice di un comparto visivo molto curato e tendente ad una ricerca cromatica anche interessante , The Gangster, the Cop, the Devil non fa però mai respirare la perdizione urbana tipica del genere e le oscure dinamiche della criminalità, puntando quasi esclusivamente il suo sguardo nel mostrare la forza e le pirotecniche coreografie action, tutto sommato anche piacevoli da guardare ma fine a se stesse.

Titolo originale: Akinjeon
Regia: Lee Won-tae
Interpreti: Ma Dong-seok, Kim Moo-youl, Kim Sung-kyu, Choi Min-chul, Heo Dong-won, You Dong-won
Distribuzione: Prime Video
Durata: 109′
Origine: Corea del Sud, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
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