The Girlfriend Experience: dal film alla serie

Uscirà l’11 Aprile in conteporanea in Italia e negli USA la versione televisiva di The Girlfriend Experience, per cui Steven Soderbergh è stato il produttore esecutivo

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A parte il titolo, la serie televisiva che debutterà su Starz il 10 Aprile negli USA in anteprima con l’Italia e si potrà vedere sul canale Infinity della Pay Tv Infinity, sembra avere assai poco in comune con l’indie movie del 2009 che porta lo stesso titolo, diretto da Soderbergh, che invece in questo caso sarà il produttore esecutivo. Ma, secondo quanto riferisce Soderbergh alla rivista Variey, è una differenza voluta dato che da quando ha accettato di produrre la serie ha voluto lasciare totale libertà creativa agli sceneggiatori e registi Lodge Kerrigan e Amy Seimetz. L’attrice Riley Keough, nipote di Elvis Presley, interpreta nella serie una studentessa di legge, coinvolta in una serie di “relazioni transitive”, vale a dire incontri occasionali a pagamento.

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“Nel film, si entra direttamente nella vita della protagonista”, afferma Soderbergh “mentre nella nostra serie si comprendono meglio gli eventi scatenanti che portano a determinate scelte”. “È anche interessante vedere a cosa portano queste scelte”, prosegue il regista, “e questo è ciò che mostriamo noi”. Intervistati sempre da Variety, Soderbergh e la Keough raccontano della sfida rappresentata dall’adattare la serie, delle inibizioni (o mancanza di esse) avute nel girarla, e il regista ha spiegato il perchè della sua recente passione per le serie televisive.

Raccontami della tua decisione. Perchè proprio quel film era giusto per un riadattamento televisivo?

Soderbergh: “L’idea è venuta parlando con Philip Fleishman, che conosco perchè ho girato un film- concerto con lui 30 anni fa. L’ho incrociato a New York e parlando mi ha detto che secondo lui un film come The Girlfriend Experience era perfetto per una trasposizione televisiva. Detto fatto”.

Quali cambiamenti sono stati fatti? 

Soderbergh: “Da subito, abbiamo pensato di introdurre un nuovo personaggio, ed un nuovo luogo. Essenzialmente si è pensato di tenere il titolo e il mondo descritto nel film, e di cambiare tutto il resto. In seguito ho proposto: perchè non associarci a due registi-sceneggiatori e fargli girare una serie tv indie? Conoscevo già Lodge, perchè ho prodotto un suo film, e con Amy avevo una conoscenza in comune. Li ho chiamati ed entrambi hanno accettato. Poi ne abbiamo parlato al CEO della Starz Chris Albrecht che ci ha subito dato l’ok”.

Perchè hai scelto Riley come protagonista? 

Soderbergh: “Avevamo già lavorato insieme per Magic Mike ed era stata un’esperienza bellissima. Se si ha già lavorato bene con una persona, la si inserisce in quella lista mentale delle “persone con le quali ti piacerebbe tornare a lavorare”. Entrano a far parte di questo tuo repertorio mentale, e quindi quando ne abbiamo iniziato a discutere del progetto con Lodge e Amy, gli ho detto: sedetevi un attimo con lei. In due o tre giorni di discussioni già tutto era deciso. Sapevo quali sarebbero state le skills richieste per questo tipo di serie, ed ero certo che sarebbe stata in grado di interpretare il ruolo”.

girlfriend3Riley, com’è stato il primo incontro con i registi? 

Keough: “È stato molto piacevole, erano entrambi molto rilassati. Ci siamo trovati subito molto bene, e avevamo da subito le stesse idee sul personaggio, cosa importante visto il tema affrontato. Quando ci siamo alzati eravamo tutti dell’umore giusto, della serie – ok, facciamolo!”.

Hai avuto qualche inibizione nell’interpretare questo ruolo? 

Keough: “Non volevo che la serie fosse tutta concentrata solo sul sesso, ma sia Steven che i registi erano da subito totalmente d’accordo con me”.

Soderbergh: “Questo era il punto. Credo che quello che abbia affascinato Lodge e Amy era il fatto che per tutta la serie sembra che spettatori e regista stiano spiando il suo personaggio (di Riley Keough). Questo è l’aspetto che trovo più interessante, ossia che guardano la serie non si ha mai la sensazione di essere presi per il collo e costretti ad avere una certa ottica o una certa opinione su quello che si sta guardando. La serie ti lascia molto spazio per poterti chiedere, ok, sto guardando questa cosa, cosa ne penso io riguardo alle sue scelte (della protagonista)? E lo spettatore scopre quello che lei pensa osservando come si comporta, non ascoltando quello che dice. Un altro aspetto che per noi era importante, era il fatto che molte cose non fossero spiegate. Lo spettatore si chiede e ci chiede – dobbiamo capire quello che lei sta provando. Ma era proprio quello che non volevamo, non volevamo che la serie diventasse riduttiva, del tipo: agisce così perchè è stata cresciuta in questo o quest’altro modo…”.

Riley, come sei stata coinvolta nel processo creativo?

Keough: “Non sono stata coinvolta nel processo di scrittura, ma da mesi prima di girare ho iniziato a parlare con Amy del mio personaggio. Ho avuto la possibilità di fare come mi pareva con il personaggio, e questo è stato molto positivo. Da subito ho avvertito tutti che non volevo interpretare la sexy avvocatessa, e sono stati tutti d’accordo”.

Soderbergh: “Eravamo tutti d’accordo sul fatto che il suo personaggio non dovesse dare l’idea di fare quello che fa perchè è al verde. Non volevamo dare adito alla visione del tipo: deve esserle successo qualcosa, ecco perchè lo fa…”.

Scopriremo mai perchè lo fa? 

Soderbergh: “Veramente no. Dal mio punto di vista, non capisco come faccia la gente ad andare in giro credendo di sapere cosa pensano le altre persone, cosa gli passa per la testa. Le altre persone per me sono sempre state un mistero. Ho detto a mia figlia, che quando raggiungerà l’età per uscire con i ragazzi, per scoprire cosa pensa il ragazzo con cui è uscita, deve spegnere il volume e osservare come si muove. Solo così si capisce qualcosa, e questo è il mio metodo, osservare come la gente si muove invece di ascoltare quello che dice”. “Ad esempio, nessuno sa cosa succede in un matrimonio, tranne le persone coinvolte in esso. Ad esempio adesso ci sono tutti questi scandali attorno a Bill e Hilary Clinton. Donald Trump può pensare: come fanno a stare insieme? Ma non sono cose che può sapere, sono fatti loro, non nostri. Io non so neanche cosa succede nel mio matrimonio…Credo che anche in televisione le persone debbano accettare un ragionamento del genere. Mentre provare ad inserire una cosa del genere in un film farebbe arrabbiare il pubblico”.

Riley, ti sei dovuta dare tu qualche risposta ho hai accettato il mistero del tuo personaggio? 

Keough: “Naturalmente devo tentare di comprendere il mio personaggio. Ma mi piace riguardare la serie, e notare che non offre alcuna interpretazione. Io non dico se lei è buona o cattiva, se ha ragione o ha torto, non giudico le sue azioni. Alla fine della serie sta allo spettatore decidere se amare o odiare o tentare di comprendere il mio personaggio. Questo è uno scopo che abbiamo raggiunto”.

Come pensi che il pubblico la accoglierà? 

Keough: “Penso che sarà diviso. Lei non è sicuramente la più “piacevole”, dolce tipologia di carattere femminile. Fa molte scelte che la gente considererebbe sbagliate o inappropriate, ma a me piace, la trovo divertente”.

Steven, cosa pensi di lei? 

Soderbergh: “Sono d’accordo con Keough. Il suo personaggio è una ragazza imperscrutabile sotto molti punti di vista, ma anche molto diretta. È una strana combinazione di opacità e sincerità. Nella serie lo spettatore si sente come se osservasse qualcuno che non si comporta come se non sapesse di essere osservato. Penso che le persone lo troveranno interessante, sicuramente differente. Per la serie abbiamo pensato di fare le puntate di mezz’ora. La gente la troverà sicuramente una scelta curiosa. Ma abbiamo pensato che è meglio mezz’ora intensa che un’ora diluita. C’è molto materiale addensato in 25 minuti”.

Sembri liberare meglio la tua creatività in ambito televisivo

Sodrebergh: “Mi diverto molto. la televisione non sembra essere un mondo basato sulla paura. Sembra che all’opposto quelli che lavorano in tv pensino: sii estremo, fai qualcosa di estremo. Tutto ruota attorno all’idea di fare qualcosa su cui la gente poi parli. E non come al cinema, che invece vuole personaggi che devono per forza piacere alla gente. I personaggi in tv non devono rappresentare degli stereotipi”.

Sei tu che cerchi i progetti telelevisivi o ti vengono a cercare per farli? 

Soderbergh: “Principalmente sono io che me li cerco. Ho anche alcuni progetti “in frigo”, come si suol dire. C’è sempre qualcosa che succede a cui stare appresso. Ad esempio ci sono un paio di progetti super segreti per la HBO di cui non posso parlarvi”.

Abbiamo sentito parlare di una serie intitolata Mosaic, o sbaglio? 

Soderbergh: “Abbiamo girato a Park City. C’è quest’idea di una “off season” e “on season” nella storia e che la città si svuota nella “off season”, e succede veramente così”.

Tornando a questa serie, vi state già immaginando una seconda stagione? 

Soderberg (alla Keough): “Che dobbiamo dire?”

Keough: “Dal mio punto di vista, non ha senso continuare a raccontare la storia di Christine, ma so che si stava pensando di raccontare storie diverse ad ogni stagione”.

Avete altri progetti con l’emittente Starz? 

Soderbergh: “Ci stiamo immaginando cos’altro fare. Voglio approfittare della loro voglia di avventura. C’è un progetto di cui io e Chris (CEO della Starz) abbiamo parlato ed è una cosa che voglio portare a termine da tutta la vita. È una cosa che sto riscrivendo proprio adesso. È una commedia, ma è un progetto strano. Quando ne ho parlato a Chris lui mi ha subito detto: ok, fammi sapere quando hai fatto”.

Keough: “Forse potrei esserci anche io nel progetto”.

Sodergergh: “È l’adattamento di un libro di cui ho comprato i diritti da anni. È un libro di 700 pagine, quindi ho pensato: perchè non farne una trasposizione tv di 10 ore?”.

Che libro è? 

Soderbergh: “Non voglio rovinare la sorpresa, ma è un libro di John Barth intitolato The Sot-Weed Factor. È stato pubblicato negli anni ’50, ed è un po una commedia, un po un racconto epico, è un prodotto molto strano. Parlandone con Chris gli ho detto: ok dimmi quanto posso spingermi senza farti perdere troppi soldi, e in questo senso stiamo raggiungendo una sorta di accordo”.

 

 

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