"The Grudge 2", di Takashi Shimizu

Intagliato sul primo capitolo, “The Grudge 2” è attraversato da una corrente forse troppo alternata per riaccendere lo sguardo. Senza sbavature, ma con qualche disorientamento di troppo.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Intagliato sul primo capitolo, quel The Grugde uscito negli States nel 2004, e da subito campioni di incassi, questo secondo episodio, è diretto dalla stessa mano di Takashi Shimizu,creatore della serie originale nipponica: Ju-on, Rancore. Il fantasma di Kayako, avvolta nel suo abito bianco e dai lunghi capelli neri, continua a mietere vittime iniziando proprio dai conti in sospeso lasciati nel primo film, la sopravvissuta Karen (Sarah Michelle Geller). Questa volta il baricentro si sposta, intrecciando più storie che prendono il via dalla casa indemoniata dove in passato fu brutalmente massacrata la giovane Kayako. La maledizione contagia chiunque si avvicini, a cominciare dalla sorella di Karen, Aubrey (Amber Tamblyn) che si reca in Giappone per riportare a casa la sorella. Troppo tardi, sarà proprio lei a vedere precipitare il corpo di Karen dal tetto dell'ospedale. Come un virus, un blob informe e mai quieto, il fantasma di Kayako affonda i propri tentacoli in altre vite. Insidiando tre ragazze americane che studiano in una scuola internazionale di Tokyo, e la famiglia del piccolo Jake (Matthew Knight), che da poco ha perso la madre sostituita dalla nuova fidanzata del padre, Trish (Jennifer Beals). Una sceneggiatura che viaggia su piani paralleli, intrecciando i luoghi e le vite dei protagonisti, lasciando intravedere il perché della maledizione incastonando nel racconto salti nel passato, e un incontro tra Karen e la madre di Kayako. La casa infestata apre le sue porte, e così ciò che prima era racchiuso  tra quattro mura raggiunge ogni angolo del pianeta, portando con se l'insaziabile sete di sangue. Lodevole il tentativo della coppia di produttori Sam Raimi e Rob Tapert di staccarsi dal primo film, lasciando allo sceneggiatore Stephen Fusco la libertà di spaziare con angosciosa perseveranza su altri personaggi, costruendo il Grudge numero due su valide alternative narrative, purtroppo non sempre con tocco originale . L'equivalenza: più vittime sacrificali uguale più spettacolo non paga. Il film appare vacillare proprio nella perdita di centralità dei corpi terrorizzati dalle apparizioni,  come se il tocco del male non riuscisse, nella sua ripetitività iconografica, a lacerare l'occhio dello spettatore. Solo la dove l'insistenza ossessiva del regista stabilisce un contatto tra carnefice e vittima, basta soffermarsi sulla scena della camera oscura in casa del fotoreporter Eason (Edison Chen), il film sembra illuminarsi concedendo lampi di puro brivido visionario. Una corrente forse troppo alternata per riaccendere lo sguardo. Senza sbavature, ma con qualche disorientamento di troppo.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 


 

Titolo Originale: Id.


Regia: Takashi Shimizu


Interpreti: Amber Tamblyn, Arselle Kebbel, Edison Chen, Sarh Micelle Geller, Jennifer Beals


Distribuzione: O1 Distribution


Durata: 95'


Origine: Usa, 2006

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array