"The Impossible", di Juan Antonio Bayona

The Impossible

Nonostante apparentemente lontano mille miglia, The Impossible si rivela estremamente affine al primo film del regista, l'horror The Orphanage, sia per temi che per registri. Tuttavia, Bayona lascia poi il registro horror per mettere al centro il vero nucleo tematico del film: la famiglia. Dall'orrore emerge l'umanità.

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The ImpossibleUna realtà da incubo. O forse un incubo che si trasforma in realtà nel momento in cui quell'onda gigante si abbatte sulla costa. Un evento sconvolgente come quello dello tsunami che nel 2004 ha stravolto la Thailandia e il sud-est asiatico. Un qualcosa di inafferrabile che Bayona sceglie di raccontare attraverso gli occhi di una famiglia, divisa dalle forze della natura e riunita grazie alla tenacia dei suoi membri. Una storia che, come ci dicono le didascalie iniziali, è assolutamente vera.

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Nonostante apparentemente lontano mille miglia, The Impossible si rivela estremamente affine al primo film del regista, l'horror The Orphanage, sia per temi che per registri. La sensazione che si ha durante la prima mezz'ora, infatti, è proprio quella di guardare un film dell'orrore. L'idillica tranquillità che caratterizza l'inizio della vacanza è rotta da momenti che fanno da segnali premonitori, delle inquadrature sinistramente vive, nonostante non appartengano a nessuno, dalle vedute subacquee dei bagnanti, memori di echi spielberghiani, a quelle aeree, che sembrano invece rimandare all'ineluttabilità degli eventi, quasi che la natura venga ammantata di forze soprannaturali negative pronte a schiacciare l'uomo. L'orrore inevitabilmente si scatena con l'irruzione dell'onda, una catastrofe fin troppo Reale, che sfugge a qualsiasi significazione. L'unico modo per comprenderla è quello di farsi trascinare con i corpi, strattonati, maltrattati, feriti, sommersi. Sull'orlo della morte. Ed è proprio il corpo, soprattutto quello sanguinante e sfinito di una Naomi Watts magistralmente sofferente, a pagarne visibilmente le conseguenze sulla propria pelle. Nessun Hereafter etereo e poetico in questo caso, bensì una realtà materialmente orrorifica, devastata, post-apocalittica.

Tuttavia, Bayona sceglie a questo punto di cambiare rotta e di lasciare il registro horror per mettere al centro il vero nucleo tematico del film: la famiglia. L'orrore si trasforma nel (melo)dramma della separazione, della perdita dei propri cari. Così come in The Orphanage, anche in The Impossible sono i legami tra genitori e figli che vengono rappresentati con maggior forza emotiva. Bayona si focalizza soprattutto sulla lotta per la sopravvivenza di Maria e Lucas, mettendo in scena una dinamica per cui i consueti ruoli si invertono ed è il figlio a doversi prendere cura della madre. Lucas diventa una sorta di catalizzatore, di eroe del giorno, colui che sembra davvero riunire tutti, non solo i membri della propria famiglia, ma anche quelli delle altre. La vicenda di queste cinque persone diviene allora una storia universale, che supera i limiti della situazione particolare, un modo per rendere di nuovo l'uomo centrale dopo la catastrofe che lo aveva reso insignificante. Dall'orrore emerge l'umanità, colta nell'abbraccio con i propri cari o semplicemente nel volto felice di un bambino. Ma il trauma rimane ancora sullo sfondo, impresso nella propria memoria, come sembra indicare quell'ultima immagine del paesaggio devastato visto dal finestrino di un aereo.


Titolo originale: Lo imposible

Regia: Juan Antonio Bayona

Interpreti: Naomi Watts, Ewan McGregor, Geraldine Chaplin, Tom Holland, Samuel Joslin, Oaklee Pendergast, Marta Etura

Origine: Spagna, 2012

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 114'  

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