“The Last Days”, di David e Alex Pastor

the last days
Con i suoi interrogativi sul significato della salvezza, The Last Days sembra voler tornare su quel capolavoro che è
E venne e il giorno. Ma David e Alex Pastor mettono da parte ogni riflessione sulle infinite possibilità del fuoricampo del Cinema e si accontentano di un discorso assai meno stratificato, dove vengono tracciate le coordinate di un percorso di formazione

 

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------
the last daysLo spettacolo dell’Apocalisse come viaggio alla ricerca di una salvezza, la salvezza dell’uomo e quella del Cinema stesso. Con l’immagine della sala cinematografica a far da punto di svolta dove culminano i percorsi dei protagonisti e dove, mentre una vita si spegne, un’altra sta per ricominciare e un interno nuovo mondo si dischiude, non poteva esser più letterale la metafora attorno alla quale gli spagnoli David e Alex Pastor, al loro secondo lungometraggio dopo l’horror Carriers, costruiscono The Last Days. Solo morendo si può rinascere, è questo il senso della lunga camminata all’aria aperta, senza alcuna protezione, che, dopo mesi passati nel tentativo di ritrovare la sua amata Julia, Marc finirà per compiere sfidando finalmente, passo dopo passo, le leggi incomprensibili dell’epidemia, Il Panico, che, portando al decesso chiunque si avventuri negli spazi aperti, ha costretto la popolazione mondiale a una vita da reclusi. Con i suoi interrogativi sul significato della salvezza, The Last Days sembra voler tornare su quel capolavoro che è E venne e il giorno. Ma se per Shyamalan ricongiungersi, a se stesso e all’Altro, vuole dire oltrepassare l’immagine e uscire dai limiti del visibile, David e Alex Pastor, invece, ben presto mettono da parte ogni riflessione sulle infinite possibilità del fuoricampo del Cinema e si accontentano di un discorso assai meno stratificato dove, con grande semplicità e più di un eccesso di verbosità, vengono tracciate le coordinate di un percorso di formazione. 

Aggirandosi in un paesaggio dai colori fortemente desaturati, a sottolineare la ripartenza, dolorosa ma necessaria per poter ripensare la propria esistenza, quello che raccontano i fratelli Pastor, spesso inciampando in un grossolano psicologismo e in un tentativo di denuncia che scade in facili moralismi, è dunque il viaggio di maturazione intrapreso da Marc. Con negli occhi il ricordo di Julia, il protagonista di The Last Days deve imparare a divenir padre e, per farlo, deve prima attraversare una Barcellona tutta d’interni, fatta di fogne e passaggi sotterranei, che si nutre apertamente di visioni romeriane, basti pensare alla scene del centro commerciale o al sottile confine che separa l’umano dall’inumano sul quale David e Alex Pastor continuano ad insistere. A tenere in vita un’umanità costretta a strisciare nelle fogne e in gallerie sotterranenee, che assomigliano a gironi infernali metropolitani, c’è solo il fuoco tenuto accesso dall’amore. Perchè di questo in fondo si tratta, il viaggio di Marc e, con lui, del suo compagno di cammino Enrique, è un ritorno agli affetti come unica verità nella quale sperare per salvarsi dalla catastrofe.
 
 
 
Titolo originale: Los ultimos dias
Regia: David Pastor e Alex Pastor
Interpreti: Quim Gutierrez, José Coronado, Marta Etura, Leticia Dolera
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 100’
Origine: Spagna, 2013
 

 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array