The Lesson – Scuola di vita, di Kristina Grozeva, Petar Valchanov

Il volto teatrale di Margita Gosheva riempie ogni spazio di inquadratura sul modello dardeniano al quale i registi dichiarano di ispirarsi ma che nei fatti sono lontani dal raggiungere

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In un piccolo paesino della Bulgaria, Nadia lavora in una scuola come insegnate di inglese. Severa e raffreddata da una vita fatta di precarietà economica, esercita la professione con dignità e impegno tanto che, ancor prima che la sua materia, cerca di trasmettere agli adolescenti alcuni valori fondamentali come l’onestà e il rispetto degli altri (soprattutto a seguito di un furto avvenuto ai danni di una ragazzina). Il suo rigore morale, tuttavia, viene sfidato dalle sorti della vita: un imminente sfratto la rende disposta a tutto pur di ottenere i soldi richiesti dalla banca, al vertice del peggio c’è la figura di uno strozzino.

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The Lesson è il primo lungometraggio della coppia formata da Kristina Grozeva e Petar Valchanov e costituisce il primo passo di una trilogia che avrà come filo conduttore delle storie assolutamente “reali”. La realtà, infatti, è l’ideale che i due registi hanno voluto seguire, girando il film in una piccola comunità in cui gli attori principali sono affiancati da non professionisti. Il volto teatrale di Margita Gosheva riempie ogni momento, ogni spazio di inquadratura, sul modello dardeniano al quale i registi dichiarano di ispirarsi ma che nei fatti, come in molti altri casi, non possono raggiungere: la protagonista è sola davanti alla macchina, non le è concessa la complicità dei suoi creatori che piuttosto sembrano crogiolarsi nella possibilità e nella spettacolarità di esibire il suo lento disfarsi morale.

La “lentezza” è la misura usata dai registi per rendere la loro opera “contemplativa” ma cresce il sospetto che si tratti solo di un espediente di stile e non di una necessità narrativa e onesta: i 105 minuti avrebbero positivamente potuto subire un ulteriore taglio che avrebbe concesso al film maggior respiro.

Gli attori sono il punto di forza dell’opera: le difficoltà che incontrano nella sceneggiatura e nella reale esperienza filmica (i registi hanno dichiarato di quanto sia stato difficile e lento ottenere i fondi per pagarli) trasmette a loro quell’autenticità che al film in generale manca. I ruoli sono credibili e giusti, a partire dalla protagonista e da suo marito (Ivan Barnev), passando per lo strozzino, per il padre della donna e per la sua giovane nuova compagna dalle cosce svestite e dalla spiritualità esondante.

E dunque, è un primo passo dai colori sbiaditi, un incontro cinematografico povero ma che potrebbe rivelarsi fonte di ispirazione e palestra per le opere successiva dei due registi.

Titolo originale: Urok

Regia: Kristina Grozeva, Petar Valchanov

Interpreti: Margita Gosheva, Ivanka Bratoeva, Ivan Barnev, Stefan Denolyubov, Ivan Sanov

Distribuzione: I Wonder Pictures

Durata: 105′

Origine: Bulgaria/Grecia 2014

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