The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, di Scott Cooper

Il regista firma il suo film più maturo porta a compimento la sua rilettura “al nero” del Mito Americano con un thriller gotico che non si ferma mai, soprattutto di fronte al non senso della realtà

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Quello di Scott Cooper è forse uno dei cinema più affascinanti del contesto contemporaneo, soprattutto per la contraddizione che lo sostiene. Ostenta un passo post classico ma ha un rapporto tutto particolare con la tradizione, impegnato com’è a rileggere praticamente tutta la cartografia dei generi del cinema americano. Ma andare a ritroso fino alle radici di un immaginario significa anche lanciarsi in una ricognizione di una mitologia dell’inconscio collettivo statunitense di cui Cooper rievoca, cambiandone di segno, le entità tradizionali (l’immancabile cowboy tragico à la Penn di Hostiles) e si spinge fino a ripensare l’intero sistema all’insegna di un nichilismo pervasivo, che fa a pezzi il mito e ragiona su nuovi modelli, su altri grotteschi numi tutelari (il cantante country di Crazy Heart, il gangster al tramonto di Black Mass).

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Eppure, malgrado lo sguardo rigoroso, appassionato, in ogni iterazione il cinema di Cooper si è portato dietro un’idea di irrisolutezza. Come se, ogni volta, il regista sfiorasse la sua idea di America priva senso ma non riuscisse mai ad afferrarla davvero, quasi volesse, costantemente, far vincere l’Epica sulla Storia.

Qualcosa, però, ha iniziato a mutare già con Antlers, che tra le pieghe del suo racconto horror suggeriva come dietro a quella porta chiusa non c’era solo il Wendigo ma anche l’America degli oppiacei, altro vulnus sempre più inscritto nello spazio simbolico contemporaneo.

Non è un caso se The Pale Blue Eye, riparta da lì.

La struttura di base, gliela offre il romanzo di Louis Bayard un noir gotico con al centro il detective Augustus Landor, che indaga su una serie di omicidi nell’Accademia Militare di West Point all’inizio dell’800 aiutato da un giovane Edgar Allan Poe ma il passo ha più di un debito con il film precedente.

 

Non si tratta solo del genere ma di punto di vista. Cooper lo sdoppia ancora più apertamente, trasformando l’indagine in un lavoro a due voci che incrocia, con una precisione da manuale, la risolutezza del detective all’intelligenza della recluta. È una scelta, certo, che sacrifica molta dell’introspezione della sua scrittura, lasciata esplodere davvero solo sul volto e sul corpo di Christian Bale nel finale, eppure c’è tutto un mondo, in quell’allargamento del focus.

Perché nel sintetizzare quest’inedito buddy movie gotico, che gioca addirittura con intelligenza con certi clichè del genere, c’è un forte atto di coraggio. Quello di affrancarsi sempre più dai modelli per abbracciare l’idea di cinema inseguita fino a questo momento senza tirarsi indietro.

È, anche per questo, il film più maturo di Scott Cooper, The Pale Blue Eye e forse il regista è il primo a rendersene conto. Lo racconta già la scrittura tutta in levare, libera, velocissima, malgrado a tratti non priva di certe rigidità, ma lo dimostra anche la sua volontà di non fare un passo indietro di fronte a nulla.

Cooper sceglie, anzi, di maneggiare una materia narrativa tanto affascinante quanto fragile e per farlo, si appoggia al caso, alla coincidenza, strumenti “nichilisti” apparentemente banditi dalle narrazioni espanse contemporanee.

Ma soprattutto costruisce un racconto nerissimo che pare inghiottire tutto e tutti, i militari insicuri della loro virilità (ed ecco, tra l’altro, che cade un altro mito della cultura americana, forse l’ultimo), la scienza che si piega all’estremismo religioso, la costante ricerca di perfezione.

Forse, tuttavia, vero testimone del nuovo corso di Scott Cooper è l’investigatore interpretato da Christian Bale, sorta di ritorno fantasmatico del suo personaggio in Il fuoco della vendetta. Cooper gli concede ancora il rifugio nell’epica eppure, questa volta, per la prima volta, il racconto sembra chiedersi: a che prezzo?

Il nuovo stato di un intero immaginario è, forse, tutta qui.

 

Titolo originale: The Pale Blue Eye
Regia: Scott Cooper
Interpreti: Christian Bale, Harry Melling, Lucy Boynton, Gillian Anderson, Toby Jones, Charlotte Gainsbourg, Timothy Spall
Distribuzione: Netflix
Durata: 128′
Origine:  USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
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Il voto dei lettori
2.78 (9 voti)
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