The Shadowless Tower, di Zhang Lu

Lascia scorrere il fluire delle ‘cose della vita’ senza forzare mai la mano. Nei suoi tanti echi Nouvelle Vague, un film sulla ricerca della felicità intimo e, a volte, toccante. Concorso.

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Ci sono le voci del passato che continuano ad essere presenti. E ci sono le voci del presente che ridefiniscono ogni volta la vita dei protagonisti. Quella off in apertura di The Shadowless Tower, in quel toccante dialogo padre-figlia che sarà una delle molte tracce ricorrenti di tutto il film, esplora già la matrice trattenuta e intimista del nuovo film di Zhang Lu, cineasta cinese che è già stato alla Berlinale con Desert Dream (2007), Dooman River (2010) e Fukuoka (2019) e approda per la prima volta in competizione.

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Protagonista è Gu Wentong, un critico gastromico divorziato e padre di una figlia di cui si occupa la sorella. Ha una relazione con Ouyang, una collega più giovane che lavora come fotografa e non ha più contatti con il padre da quando è bambino. Cerca ogni tanto di telefonargli ma poi non riesce a parlargli; non gli ha infatti mai perdonato un episodio di cui l’uomo è stato accusato anche se non è mai stata dimostrata la colpevolezza. Un giorno scopre che l’uomo vive da solo a Beidaihe, una città costiera a 300 Km da Pechino. Avrà la forza di riavvicinarsi a lui?

The Shadowless Tower si porta addosso i segni del tempo che passa. Zhang Lu lo fa percepire attraverso i pensieri e nel modo in cui condiziona la quotidianità dei protagonisti. Non forza mai la mano, non drammatizza le situazioni. Al contrario mantiene un tono leggero e complice, capace di mostrare non tanto le azioni ma soprattutto gli effetti che hanno sul protagonista e gli altri personaggi che fanno parte della sua vita. The Shadowless Tower cattura gli attimi sospesi – un bacio, un dialogo padre-figlia riflesso nell’acqua, un aquilone sulla spiaggia – e, nel corso della sua durata, mostra come le cose non dette siano molte di più e tendono ad aumentare. Non ci sono crisi, ma tante piccole incomprensioni, distanze, paure, in un film che si prende il tempo necessario (144 minuti) per esplorare tante traiettorie esistenziali ed emozionali che s’incrociano e tornano a separarsi. È un film sul movimento, sull’incapacità del protagonista di manifestare quello che prova al contrario della sua giovane collega. Che guarda a Lee Chang-dong (di cui viene citato direttamente Burning) e trova il fluire delle ‘cose della vita sul modello di Hong Sang-soo. Le sue pause dilatate che possono essere anche lunghissime ed è proprio per questo che ci anneghiamo dentro.

Zhang Lu ha una mano felice in un tableaux vivant dove però ci sono figure inquiete che forse cercano forse no, il loro posto nel mondo. Non ci sono citazioni dirette ma in The Shadowless Tower ci sono tante ombre Nouvelle Vague. Non gli interessa spiegare cosa fanno i loro personaggi, ma vive lì insieme a loro. E a suo modo riesce ad essere un film sulla ricerca della felicità anche nel dramma, come nel coinvolgente momento dell’incontro tra Gu e l’ex-moglie.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
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Il voto dei lettori
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