The Space Between, di Ruth Borgobello
È interessante quella maledetta apatia di sguardo in cui personaggi e paesaggio faticano a dialogare e condividere le proprie smisurate bellezze interne. Tra di loro un rumore bianco…
Udine. Marco (Flavio Parenti) lavora in fabbrica e riceve una lettera dalla direzione per una riduzione dell’orario di lavoro. Non è certamente una persona felice e soddisfatta, pur potendo contare su una forte amicizia, quella di Claudio, proprietario di una piccola libreria indipendente in centro. Era uno chef, ma diverse vicissitudini, come la prematura scomparsa della madre, lo hanno costretto a cambiar vita. Claudio gli organizza una cena con una ristoratrice australiana, la quale constatando il grande talento ai fornelli di Marco, gli propone di lavorare con lei oltreoceano. Marco rifiuta perché non vuole lasciare il papà rimasto vedovo. Solo un evento tragico e l’occasionale incontro con un’affascinante e misteriosa ragazza australiana, Olivia, appassionata di design e vintage, potranno aprire sul futuro nuove strade ed opportunità di riscatto.
Opera prima per la quarantunenne italo-australiana Ruth Borgobello, che quasi certamente, per la realizzazione dell’opera, avrà saccheggiato, anche magari liberamente ispirandosi, tra i suoi ricordi e le sue esperienze: “A mio avviso, nella vita i momenti più rivelatori accadono negli strani crocevia tra perdita e amore. La nascita di una nuova relazione che spesso segue l’abbandono di una relazione passata. Lasciare andar via qualcuno e permettere a qualcuno di entrare. Il momento peggiore della nostra vita che va a sbattere contro il migliore – cambiandoci per sempre… Ho sempre sentito che l’Italia sarebbe stata il luogo giusto per questa storia. Il Friuli in particolare ha profondamente a che fare con il tema centrale del film – lo spazio che separa cose e persone. Udine, la città natale di Marco, è una vibrante cittadina annidata tra il mare, i vigneti e le montagne, a due passi dai confini con Austria e Slovenia. Il paesaggio naturale è fortemente evocativo, ricco di contrasti e di poesia. Ambientato in un paese dove i giovani sembrano non avere più la libertà di sognare senza paura, il nostro film cercherà di offrire una voce alla generazione dei sogni spezzati e dei talenti soffocati. Un’esplorazione, per così dire, nelle profondità dello spirito e nell’importanza di lottare per il diritto ad avere una possibilità nella vita. Per cercare di colmare lo spazio che divide sogni dalla realtà, e ancora più importante, per ispirare quel coraggio indispensabile ad inseguire i propri sogni, anche nei momenti di maggiore tragedia e oscurità”.
È interessante il contrasto di colori, umori e stile che Olivia (Maeve Dermody) contribuisce a creare al suo ingresso nella storia, quasi a voler sottolineare con decisione le atipicità geopolitiche di un’area profondamente nordica. Ma ancor più interessante è quella maledetta apatia di sguardo in cui personaggi e paesaggio faticano a dialogare e condividere le proprie smisurate bellezze interne. Per il resto, tutto ordinariamente al posto giusto: dolori, sorrisi e canzoni…
Regia: Ruth Borgobello
Interpreti: Flavio Parenti, Patricia Mason, Lino Guanciale, Fulvio Falzarano, Giancarlo Previati, Marco Leonardi, Maeve Dermody
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Origine: Italia, Australia 2016
Durata: 100’