The Specials – Fuori dal comune, di Nakache & Toledano

Da una storia vera, un film di rara intensità che concilia commedia e dramma con un cinema politico dirompente. Strepitosi tutti gli attori, capitanati da Cassel e Kateb. Alice nella Città

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Certe volte i miracoli accadono. Riuscire a conciliare commedia e dramma con un cinema politico dirompente non è solo questione di equilibrio ma di istinto. Quello che hanno l’accoppiata Nakache-Toledano per il modo in cui pongono i personaggi prima della storia, i loro stati d’animo e il percorso attraverso tante piccole sconfitte e improvvise vittorie. The Specials – Fuori dal comune è il risultato di un lavoro più che ventennale. Tutto comincia quando i die registi lavoravano come supervisori in un campo estivo e hanno incontrato Stéphane Benhamou, il fondatore dell’associazione “Le silence des justes” (che nel film si trasforma nel personaggio interpretato da Vincent Cassel), specializzata nell’accoglienza e integrazione di bambini e adolescenti affetti da autismo. La magia è proprio nella mancanza di scarto tra esperienza vera e finzione. Gli attori, soprattutto i ragazzini autistici, sembrano veri. In più, si potrebbe assistere a un documentario dove la macchina da presa è nascosta. I punti di vista sono molteplici. Prima di tutto c’è quello dei due protagonisti, Bruno (Vincent Cassel) e Malik (Reda Kateb), il primo ebreo praticante, l’altro musulmano. Sono amici e a capo di due associazioni, rispettivamente “La voix des justes” ed “Escale” che si occupano di ragazzi autistici. Non hanno orari, sono sempre disponibili per ogni emergenza e si fanno aiutare da volontari, educatori e da ragazzi problematici provenienti dalla periferia a cui offrono una possibilità di riscatto. Poi c’è quello dei medici che collaborano con loro e gli affidano i casi più difficili ma sono sempre in stretto contatto. Inoltre i familiari del ragazzo, dove emerge soprattutto la disperazione e la speranza della madre di Joseph. Infine quello di due ispettori che stanno facendo un’indagine sulle due associazioni scoprendone le irregolarità rispetto al protocollo del sistema sanitario e che cercano di mettere i due protagonisrti con le spalle al muro.

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“Posso sbattermi mia madre?”. “No”. È solo uno dei fulminanti dialoghi di The Specials. Fuori dal comune (discutibile titolo italiano di Hors normes, ossia “fuori le regole”), quello tra Bruno e Joseph, che si ripete più volte nel corso del film. La loro complicità è filmata con una trasparenza contagiosa. Bruno lo guarda mentre esce dal lavoro o dalla metropolitana dove (forse) non ha fatto scattare l’allarme. Ma The Specials. Fuori dal comune si sofferma anche su molti altri personaggi. Tra questo c’è Valentin, ragazzo aggressivo che ha un casco in testa perché rischia continuamente di farsi male da solo. E in una delle scene più drammatiche del film, cammina da solo in mezzo la tangenziale con le macchine che rischiano di investirlo dopo che è scappato. Come all’inizio, si è catapultati, anzi immersi, dentro l’azione attraverso l’uso della macchina a mano dove esplodono la fatica, la paura, il sudore e il cuore va a tremila battiti.

Lo ammettiamo, per Nakache & Toledano c’è spesso una passione selvaggia. C’è ancora una coppia di protagonisti che lavora in simbiosi come Quasi amici e le dinamiche dei rapporti di gruppo come C’è la vie, il loro film migliore prima di questo. E in piu, anche l’ambiente che rimanda all’associazione di volontariato di Samba. I due cineasti hanno detto di essersi ispirato a L’oro di Napoli di De Sica, forse proprio per quel miracolo tra la realtà e la sua trasformazione sulllo schermo. E realizzano un film di rara intensità, dalla parte dei giusti che diverte, indigna e commuove. Infine The Specials. Fuori dal comune regala un finale con un balletto che forse è un sogno e mostra, nella sua armonia, che le sfide più difficili sono anche le più belle.

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (8 voti)
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