The Woman King, di Gina Prince-Bythewood

Un filmone epico che punta sullo spettacolo, su grandi temi popolari come la lotta per la libertà e la giustizia e sui luoghi canonici del genere. Viola Davis anima del film

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Un gruppo di uomini siede al centro di un campo accanto a un falò. Un fruscio nell’erba alta viene improvvisamente spezzato da un grido di guerra che squarcia il silenzio e manda in battaglia un esercito che alza al cielo lance e machete. Una scena così oltreoceano non si vedeva da tempo, degna di Braveheart. Cuore impavido e affine a Il Gladiatore, ispirata a un esercito femminile realmente esistito. L’urlo è quello di Viola Davis, che interpreta Nanisca, il generale Agojie, un gruppo di soldati interamente femminile provenienti dal regno dell’Africa occidentale di Dahomey che ha anche ispirato le guerriere Dora Milaje del film Black Panther del 2018. Gina Prince-Bythewood gestisce al meglio tutti gli elementi di questa impresa eroica ricca di azione, personaggi intensi e risonanza culturale. Nota per la commedia sentimentale Love and Basketball (2000) e The Old Guard (2020), unisce i punti di forza dei suoi precedenti film ottenendo un effetto spettacolare in linea con la Hollywood più prolifica e più ingenuamente enfatica, dove culto mistico e rivincita s’impongono in nome della libertà.

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La storia è incentrata sul regno di Dahomey, uno degli stati più potenti dell’Africa occidentale nel XVIII e XIX secolo e uno dei punti fondamentali per la tratta atlantica degli schiavi. A proteggere il Re Ghezo c’è l’Agojie, un esercito di sole donne, guidato da un formidabile generale, Nanisca, che addestra e guida le sue guerrigliere in un’eroica resistenza contro i commercianti di schiavi europei. Quando gli invasori europei decidono di far proprie quelle terre, troveranno l’eccezionale resistenza del Re che vuole far prosperare il proprio popolo. Nanisca viene incaricata di scendere in battaglia contro il nemico. Nel frattempo un’adolescente ribelle, Nawi, viene offerta in dono al giovane re Ghezo dal padre dominatore, frustrato dal rifiuto della figlia di sposare il suo pretendente. La guerriera Izogie, inflessibile e divertente, vede nella resistenza di Nawi un punto di forza e la arruola nell’addestramento di Nanisca. L’esercito delle donne Amazzoni del Dahomey combatterà la cavalleria del grande impero nemico Oyo.

Gina Prince-Bythewood realizza un filmone epico che punta sullo spettacolo, su grandi temi popolari come la lotta per la libertà e la giustizia e sui luoghi canonici del genere. Non riscrive il linguaggio cinematografico del film d’azione ma lo ripropone e lo rinvigorisce con enfasi. La sua forza è sempre stata quella di dedicarsi alle storie d’amore, ma in The Woman King la via del sentimento rischia risulta essere l’anello debole. Le trame secondarie potrebbero rovinare il film per alcuni. La storia d’amore tra Nawi e il mezzo Dahome Malik, è una linea involontariamente poco credibile nella sua dinamica e il colpo di scena a metà strada del film fa quasi crollare la storia. Tuttavia Viola Davis è così brava con la sua interpretazione dolorosa e impegnativa da far passare in secondo piano ogni difetto. I costumi e le scenografie risultano icastici e concreti, soprattutto nella resa vitale del Regno del Dahomey, ricco di colore. Il montaggio ritmico ed enfatico di Terilyn A. Shropshire permette a questa grande epopea di respirare e la colonna sonora di Terence Blanchard e Lebo M. fa di The Woman King un film d’azione dal cuore grande, sincero, storico e che soddisfa i requisiti di blockbuster.

 

Titolo originale: The Woman King
Regia: Gina Prince-Bythewood
Interpreti: Viola Davis, Hero Fiennes Tiffin, Lashana Lynch, Sheila Atim, John Boyega, Jordan Bolger, Jayme Lawson, Thuso Mbedu 
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 135′
Origine: USA, Camerun 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
Sending
Il voto dei lettori
2.79 (14 voti)
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