La Cinemateque Francaise di Parigi rappresenta l'unica tappa europea della mostra di Tim Burton, già allestita a New York, Toronto, Los Angeles e Melbourne. Un'occasione unica per poter ammirare una selezione di circa settecento dei suoi disegni, modellini, schizzi per i film. Mi sono sentito messo a nudo– ha dichiarato il regista alla conferenza stampa per l'inagurazione della mostra- l'idea di vedere esposte le mie cose mi terrorizzava,sono progetti molto intimi ma sono molto riconoscente ai curatori. L'esposizione, infatti, contiene tutta la produzione artistica del regista, non solo strettamente cinematografica: dai primi cortometraggi girati con gli amici a Burbank, ai i primi passi come disegnatore fino ad arrivare al cinema. Ciò che colpisce immediatamente è che, nonostante la sua multiformità, l'opera di Burton risulta profondamente omogenea e aderente all'immaginario che contraddistingue da sempre il regista. Nell'intera produzione, disegni, cortometraggi,video musicali, film, emerge la sua autorialità, perfino negli spot televisivi, dall'intento puramente commerciale. Cosa rende cosi' inconfondibile lo stile di Mr Burton? Certamente la sua personale visione del mondo, dell'animale uomo, nella fattispecie. Il suo lavoro prende spunto dalla realtà, ma finisce per divenire qualcosa di completamente diverso, di unico, perchè filtrato da quell'occhio che così bene conosciamo. Un occhio che predilige da sempre le fiabe. Ma non fiabe di principi e principesse ma storie in cui i protagonisti, gli eroi, sono personaggi strani, buffamente menomati, creature malinconiche, incapaci di comunicare, sempre piene di delicatezza e umorismo. Come Stainboy, il bambino Supermacchia, protagonista di una serie animata The World of Stainboy, supereroe che salva la città di Burbank da esseri bizzarri almeno quanto lui, adoperando il suo anomalo superpotere: generare macchie letali. Oppure Vincent, protagonista del primo cortometraggio realizzato con la tecnica tanto amata dal regista, lo stop motion. Vincent Malloy è un bambino che fantastica di essere come Vincent Price, attore feticcio di Burton che è anche la voce narrante del corto, e sogna una vita di solitudini e orrori. Vincent è l'unica opera di cui Burton abbia scritto interamente la sceneggiatura ed è marcatamente autobiografico. Il piccolo Vincent Malloy altro non è che il regista da bambino. Lo stesso Burton ha dichiarato più volte di sentirsi simile ai suoi personaggi, solitario e arrabbiato, sperduto e lunatico ma anche pieno di vitalità. Questo spiazza. Il suo immaginario è profondamente gotico e nel contempo colorato, vivamente oscuro. Laddove si tenti una definizione, Tim Burton la sfugge. Regista gotico? Disegnatore? Visionario? Nessuna di queste contiene l'interezza e l'importanza del suo del suo lavoro. Questa esposizione è certamente un'occasione per condurre un viaggio, profondo ed intenso nella mente di Tim Burton, farsi il bagno nel mare della sua fantasia ed asciugarsi in bianco e nero.

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un episodio tratto dalla serie animata The World of Stainboy

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