Tiny Furniture, trailer e foto. New York a vent'anni


Trailer e foto di Tiny Furniture, film indipendente che ha raccolto le lodi di Paul Schrader e James Brooks, girato in 15 giorni, diretto e interpretato nella casa di famiglia (e con la sua famiglia nel cast) dalla 24enne newyorchese Lena Dunham, al suo secondo lungometraggio (tra i progetti futuri, una serie HBO prodotta da Judd Apatow)

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Il trailer è visibile anche sul sito ufficiale o qui in HD insieme a una clip dal film

Trailer e foto di Tiny Furniture, film indipendente che ha raccolto le lodi di Paul Schrader e James Brooks, girato in 15 giorni, diretto e interpretato nella casa di famiglia (e con la sua famiglia nel cast) dalla 24enne newyorchese Lena Dunham, al suo secondo lungometraggio (tra i progetti futuri, una serie HBO prodotta da Judd Apatow).

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TINY FURNITURE, di Lena DunhamSi tratta del secondo film di Lena Dunham, che è anche la protagonista principale nei panni della ventiduenne Aura, di ritorno nel loft della madre, artista di successo, dopo 4 anni di college e una laurea in Teoria del Cinema che non sa come utilizzare.

Oltre all'inutile diploma, le cose nella sua vita non vanno molto bene: si ritrova una precoce e ambiziosa sorella adolescente che definisce la vita di Aura "praticamente l'epilogo di Felicity", un fidanzato che la molla per andare alla ricerca di se stesso, poche centinaia di visite ai suoi lavori di video-arte sul suo canale Youtube, e un criceto che sta morendo.

Ritroverà anche il suo miglior amico d'infanzia, che non ha mai lasciato casa, e fantastica sia su un affascinante regista in città per lavoro, conosciuto in una festa nell'East Village, che sullo Chef, il cuoco del ristorante dove trova lavoro.

 

Nella vita, la Dunham, laureata in scrittura creativa e tornata in famiglia, si è occupata di lavori saltuari come commessa, segretaria e baby sitter, finchè non ha girato Tiny Furniture  con una Canon 7D nel loft di Tribeca, di proprietà di sua madre (e ha chiamato proprio lei, Laurie Simmons, affermata fotografa, a interpretare Siri, la madre radical chic di Aura, e la sorellina Grace a interpretare la sorella di Aura, Nadine). Ha voluto nel film anche un'amica d'infanzia, Jemima Kirke.

Completano il cast David Call (Gossip Girl, Che fine hanno fatto i Morgan? ) Amy Seimetz (Wristcutters, A Horrible Way to Die, The Off Hours) Alex Karpovsky (Beeswax) e Merritt Wever (Into the wild, The Messenger, Greenberg, Nurse Jackie) attori che la giovane regista ha conosciuto al SXSW 2009 in occasione della presentazione del suo primo lungometraggio Creative Nonfiction.

TINY FURNITURE, di Lena DunhamIl direttore della fotografia è Jody Lee Lipes, che ha già dato prova del suo talento in Two Gates of Sleep e Martha Marcy May Marlene.

 

Tiny Furniture ha fatto parlare di sè con entusiasmo di critica e pubblico: vincitore del gran premio della Giuria al SXSW Film Festival 2010, dell'Indipendent Vision Award al Sarasota Film Festival e presentato nella selezione ufficiale di numerosi altri festival, da Boston e Los Angeles a Oslo, è stato acquistato per la distribuzione da IFC Films e ha appena fatto il suo debutto anche in Italia durante il Biografilm 2011.

Tra i  progetti futuri in cantiere per la Dunham, che già nel 2009 era stata inserita tra i 25 nuovi volti più interessanti del cinema indipendente secondo Filmaker's Magazine ed è apparsa come attrice in Mildred Pierce di Todd Haynes, uno è commissionato da Scott Rudin: l'adattamento e regia di un film basato su Dash & Lily’s Book of Dares, libro di David Levithan e Rachel Cohn, stessi autori di Nick and Nora's Infinite Playlist, da cui l'omonimo film del 2009. Tema: la storia d'amore di due ragazzini che si lasciano messaggi all'interno di vecchi volumi, nella loro libreria preferita. 

L'altro è il pilota di una nuova serie per HBO, che vuole la Dunham come sceneggiatrice e regista per le avventure di tre amiche ventenni a New York. La serie vede Judd Apatow come produttore esecutivo.

TINY FURNITURE, di Lena DunhamOnestà autobiografica o caduta negli stessi clichè arty di cui si prende gioco?

"Tutto ciò che scrivo è una miscela di realtà e finzione. Non mi espongo, anche sul mio twitter e sul mio blog, per creare una specie di culto intorno alla mia persona. Semplicemente è importante per me restare aperta e sincera su ciò che è realmente la mia vita e mi preoccupo poco di ciò che le persone pensano di me. Sulle critiche la penso come Rhett Butler: la reputazione è qualcosa di cui le persone coraggiose possono fare a meno" racconta la giovane regista in un ritratto-videointervista di Anne Thompson su Indiewire.
 

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