TORINO 21 – Brakhage. Monteiro. Fukasaku

Il Pathé come la collina di Spoon River. Tre omaggi ad altrettanti cineasti scomparsi negli ultimi tempi; tre poetiche diverse accomunate dall'amore per la libertà, la vita, il cinema. Dai primi di film del portoghese Monteiro alle visioni "underground" di Brakhage fino al Giappone di "Battle Royal".

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OMAGGIO A STAN BRAKHAGE

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Necessario e doveroso è l'omaggio a Stan Brakhage, scomparso nel marzo di quest'anno, la cui opera – tra le più ricche e appassionanti dell'underground americano attraversato creativamente per mezzo secolo – ha percorso esperienze successive come quella del cinema strutturalista e della videoarte. Esponente di punta del New American Cinema, è stato pioniere di un modo di fare cinema nel quale, sfruttando l'uso della cinepresa a mano, le potenzialità del montaggio e la rielaborazione "materica" dei fotogrammi, le emozioni sono rese tramite particolari associazioni visive, senza ricorrere a strutture narrative.


La selezione comprende 13 titoli, quasi tutti inediti in Italia, dei suoi lavori più recenti, tra cui 6 rari 35 mm e l'anteprima di 3 corto-mediometraggi portati a termine poco prima della morte – Stan's Window, Panels for the Walls of Heaven e Chinese Series.


Il Festival ha affidato alle immagini di Stan Brakhage il manifesto dell'edizione 2003, riproduzione di un acrilico su pellicola realizzato dal cineasta come dipinto autonomo tra la metà degli anni '80 e i primi anni '90.


A Torino sarà presente Marilyn Brakhage, vedova dell'artista.


 


Marilyn's Window (USA, 1980, 16mm, 8')


 


Lovesong (USA, 2002, 16mm, 12')


 


The Jesus Trilogy and Coda (USA, 2001, 16mm, 19')


 


Eye Mith (USA, 1967, 35mm, 2')


 


The Garden of Earthly Delights (USA, 1981, 35mm, 2')


 


Nightmusic (USA, 2001, 35mm, 2')


 


The Dante Quartet (USA, 1987, 35mm, 2')


 


Interpolations (USA, 1992, 35mm, 12')


 


Night Mulch and Very (USA, 2001, 35mm, 6')


 


Stan's Window and Work in Progress (USA, 2003, 16mm, 8')


 


Chinese Series (USA, 2001, 16mm, 2')


 


The God of Day Had Gone Down Upon Him (USA, 2000, 16mm, 50')


 


Panels for the Walls of Heaven (USA, 2002, 16mm, 35')

OMAGGIO A KINJI FUKASAKU


4 i titoli che compongono l'omaggio a Kinji Fukasaku, prolifico autore di un cinema popolare e di genere – si contano più di 60 titoli nella sua filmografia, quasi tutti diretti per la Toei, storica casa di produzione giapponese specializzata in film di costume e di yakuza – che si muove fra i codici del cinema giapponese classico e le suggestioni di quello hollywoodiano (fu lui infatti a cercare e a realizzare le prime coproduzioni nippo-americane, fra tutti il celebre Tora! Tora! Tora! del 1970, diretto assieme a Richard Fleischer e Toshio Masuda). Era noto in patria come maestro indiscusso di "yakuza film", genere che comincia a frequentare – con l'intento preciso di rinnovarne gli schemi – negli anni '70 con Jinji naki tatakai (1973), uno dei titoli proposti dal Festival e primo di una celebre serie girata fra il 1973 e il 1976. Bato ru rowaiaru (Battle Royale, 2000), protagonista Takeshi Kitano, "il film più pericoloso mai fatto", oggetto di un'interrogazione parlamentare ma tuttavia ennesimo successo al botteghino giapponese, lo consacra autore di culto fra i giovani del suo paese e costringe anche Quentin Tarantino a rendergli omaggio nel suo Kill Bill.


A Torino sarà presente il figlio Kenta che ha portato a termine Battle Royale II: Requiem (2003), il sequel dell'ultimo e più controverso film del padre, scomparso durante le riprese.


 


Jingi Naki Tatakai / Battle Without HonoUr and Humanity


(Battaglia senza onore e umanità, Giappone, 1973, 35mm, 99')


 


Jingi No Hakaba / Graveyard of Honor (Cimitero dell'onore, Giappone, 1975, 35mm, 94')


 


Bato ru Rowaiaru / Battle Royale (Battle Royale, Giappone, 2000, 35mm, 122')                    distr. Shinvision


 


Battle Royale II: Requiem  di Kinji e Kenta Fukasaku (Battaglia reale II: Requiem, Giappone, 2003, 35mm, 134')

OMAGGIO A JOÃO CÉSAR MONTEIRO


 


Al geniale João César Monteiro, regista, ma anche scrittore, critico, poeta, attore, filosofo e folletto danzante portoghese scomparso da sette mesi, il Festival dedica un omaggio in cinque titoli.


Saranno presentati i suoi primi film pochissimo visti, Sophia de Mello Breyner Andresen  (1969), il suo primo in assoluto, cortometraggio dedicato a una grande poetessa lusitana; Quem espera por sapatos de defunto morre descalço, (1971), esordio nel cinema di Luis Miguel Cintra che sarà l'anno successivo la voce narrante di  A Sagrada Familia, primo lungometraggio di Monteiro (1972), solo recentemente ritrovato e restaurato dalla Cinemateca Portuguesa; Que farei eu com esta espada? realizzato nell'anno della Rivoluzione dei garofani (1975) e considerato "il più curioso oggetto cinematografico della rivoluzione portoghese".


E, a chiudere l'omaggio, Vai e vem, la sublime opera finale di Monteiro realizzata negli ultimi mesi di vita eppure sotto il segno di quella solarità che ben conosciamo, fatta di girovagari filosofici e burleschi, gesti ludici e rituali lubrichi per una "comedia de Deus" in cui ci è dato vivere.


 


Sophia de Mello Breyner Andresen (Sophia de Mello Breyner Andresen, Portogallo, 1969, 35mm, 17')


 


Quem espera por sapatos de defunto morre descalÇo


(Chi aspetta le scarpe del morto muore scalzo, Portogallo, 1971, 35mm, 34')


 


A Sagrada familia  (La sacra famiglia, Portogallo, 1972, 35mm, 75')


 


Que farei eu com esta espada? (Cosa ne farò di questa spada?, Portogallo, 1975, 35mm, 65')


 


VaI e vem (Va e viene, Portogallo, 2002, 35mm, 179')                              distr. Revolver

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