TORINO 21 – Joe Dante: "I cartoons sono sempre più furbi degli umani"

Arriva al Torino Film Festival il cinema gioiosamente anarchico e distruttivo del creatore dei "Gremlins", con l'anteprima europea di "Looney Tunes: Back in Action"

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Modi affettati da persona mite (in antitesi all'energia dei suoi film), capigliatura asimmetrica e una spilla sbarazzina del Gatto Felix sulla cravatta ("Perché la Warner non mi ha ancora dato quella di Bugs Bunny…"), Joe Dante è arrivato a Torino per accompagnare la sua ultima fatica, quel Looney Tunes: Back in Action che, in uscita nelle sale italiane il 16 dicembre, avrà il compito di dimostrare che il fascino d'annata di Bugs Bunny & Duffy Duck non teme la concorrenza dell'ultratecnologica Pixar e del suo Finding Nemo (che peraltro Dante cita simpaticamente nel film).

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Nelle intenzioni dell'autore, la nuova avventura di Bugs & Duffy tenta di tornare alle origini anarchiche dei personaggi creati da Chuck Jones e soci nei lontani anni Trenta e Quaranta, sovvertendo quella normalizzazione dei caratteri che per il regista di Gremlins costituiva il principale difetto del precursore Space Jam. L'approccio tentato dal regista è all'insegna del purismo, a partire dal casting, fatto per "trovare attori che avessero lo spirito del cartoon", e dalla prospettiva stessa che piega la logica umana a quella del disegno: perché, "si sa, i cartoons sono sempre più furbi degli umani". La scelta di Brendan Fraser, del resto, è indicativa: "Era l'attore ideale, carico com'è di una autentica vena comica", ha spiegato il regista.


Durante l'incontro con la stampa, del resto, Joe Dante ha raccontato che la sua intenzione originaria era quella di diventare un cartoonist, anche se il lavoro di regista non è certo meno finalizzato a "ricreare quelle atmosfere che si imparano ad amare durante l'infanzia": in tal senso l'operazione filologico/nostalgica compiuta da Looney Tunes: Back in Action, si inserisce perfettamente nel solco della poetica tracciata da questo autore, riuscendo contemporaneamente ad essere un film molto personale e un ottimo veicolo per la "resurrezione" artistica dei characters inventati dalla Warner Bros settanta anni fa.

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