TORINO 21 – Storie di calcio. Le domeniche del signor Mantaut (Doc 2003 Fuori concorso)

Dietro la macchina da presa c'è Daniele Gaglianone, uno dei documentaristi più preparati della nuova generazione, a catturare i ricordi del signor Luciano Muntaut, che ci racconta la sua vita con il Toro. Non vedente dal periodo dell'infanzia, Mantaut è una sorta di icona dei tifosi del Toro, di cui non si perde una partita da tempo immemorabile.

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Ci sono piccole storie che aspettano solo l'occasione per essere raccontate, manca solo un progetto adeguato, un po' di coraggio e di sensibilità. Gianluca Arcopinto è un produttore noto forse ai più per aver lanciato Muccino e Tavarelli ma in realtà silenzioso sostenitore di un cinema sotterraneo che sfugge ai più ma che varrebbe la pena tenere d'occhio. Appassionato (come molti) di calcio, Arcopinto ha deciso di dedicare allo sport più amato dagli italiani cinque insoliti documentari. Insoliti perché non c'è la voce nervosa di uno dei mille speaker di Sky a parlarci delle giocate mirabolanti di Francesco Totti ma il tono pacato del signor Luciano Muntaut che ci racconta la sua vita con il Toro. Dietro la macchina da presa c'è Daniele Gaglianone, uno dei documentaristi più preparati della nuova generazione, a catturarne i ricordi. Non vedente dal periodo dell'infanzia, Mantaut è una sorta di icona dei tifosi del Toro, di cui non si perde una partita da tempo immemorabile. Ogni domenica è puntuale al suo posto del Delle Alpi, attento a catturare l'elettricità della partita, pronto a 'vivere l'evento partita sentendo la gente gioire, ammutolirsi, inveire, arrabbiarsi, stare in silenzio'. Il suo orecchio è sempre pronto ad esultare per una girata volante di capitan Ferrante o a seguire con trepidazione una punizione tagliata di Beppe Signori. Ma il Muntaut non finisce qui e Gaglianone lo sa. Il terrazzino di casa, la corsa di un autobus sono i luoghi in cui coglie le sue impressioni sulle cose di ieri come su quelle di oggi, facendoci sentire tutti un pochino più miopi se non ciechi, nelle nostre piccolezze quotidiane. Il tempo scorre lento per la densità di ogni inquadratura, i ventitré minuti di questo racconto breve ne valgono cento di molti altri. Non resta che attendere gli altri quattro, questo è uno splendido inizio.

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