TORINO 25 – "Roma Residence", di Andrea Foschi, Marco Stefano Innocenti, Marco Neri, Pietro Pasquetti (Italiana.Doc)

Realizzato tra l’aprile del 2006 e l’agosto del 2007, il documentario ricostruisce la storia di uno dei luoghi simbolo del degrado urbano, ma soprattutto umano della città eterna. Cieli al tramonto a sorvegliare un immutato paesaggio di cemento, dove regnano fango e spazzatura. Un microcosmo di culture e tradizioni differenti, di gente che condivide la stessa precarietà, giorno dopo giorno, in attesa del prossimo sgombero

 

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Roma_ResidenceRoma, quartiere Bravetta, a pochi chilometri dal centro. Difficile non notarlo, al passaggio. Il Residence: struttura abitativa nata sul finire degli anni settanta per accogliere temporaneamente soggetti bisognosi, in attesa di una sistemazione definitiva messa a disposizione dallo Stato. Il processo di evacuazione dei piccolissimi appartamenti, in favore di una nuova e stabile soluzione, sarebbe dovuto avvenire a circa sei mesi dall’entrata nel comprensorio da parte di quelle famiglie destinate ad occupare secondo graduatoria le future case popolari. Dopo circa 20 anni la quantità degli inquilini del fatiscente Residence Bravetta è aumentata in maniera esponenziale, sfiorando numeri a quattro cifre. Non più solo italiani, ma soprattutto immigrati, principalmente senegalesi e rom, rifugiati politici in fuga dalla terra natìa, molti dei quali con regolare permesso di soggiorno. Un microcosmo di culture e tradizioni differenti, di gente che condivide la stessa precarietà, giorno dopo giorno. E’ proprio il ripetersi degli eventi, il loro scorrere lento sempre uguali a sé stessi, ad essere sottolineato dal documentario-inchiesta passato al Torino Film Festival nella sezione Italiana.doc. Cieli al tramonto a sorvegliare un immutato paesaggio di cemento dove regnano fango e spazzatura, bambini che si passano la palla in un cortile (?) ridotto a discarica, in equilibrio tra le macerie, ancora una volta. Il resto è cronaca, asciutta ed essenziale raccolta di testimonianze, di chi in quel Residence ci vive suo malgrado. Ognuno con il suo punto di vista, descrive le condizioni in cui è costretto a “campare”, mentre la videocamera riprende l’interno della palazzina, attraverso corridoi bui e maleodoranti, spingendosi fin dentro le stanze dove si svolgono i riti quotidiani degli abitanti del condominio. Alle dichiarazioni rilasciate da alcuni dei residenti più “anziani”, tra cui Rude M.C. dei Flaminio Maphia, si alternano le immagini girate in occasione di alcuni degli incontri tenuti nel corso del 2006 da Fabio Bellini, presidente del XVI Municipio, sull’argomento “abbattiamo il Residence”, oltre a quelle che ritraggono Gianni Alemanno in visita ufficiale al comprensorio di via di Bravetta 415, nello stesso anno.

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Andrea Foschi, Marco Stefano Innocenti, Marco Neri e Pietro Pasquetti, con la supeRoma Residencervisione del regista Gianfranco Pannone, ricostruiscono con Roma Residence la storia di uno dei luoghi simbolo del degrado urbano, ma soprattutto umano della città eterna. Realizzato tra l’aprile del 2006 e l’agosto del 2007, il documentario, progetto nato all’interno del Master in regia documentarista della ACT Multimedia/Cinecittà Studios che i quattro hanno frequentato, fa luce sul troppo spesso ignorato e gravissimo problema degli alloggi della capitale, raccontando con la voce dei protagonisti la storia di uno dei tanti Residence pensati dalla pubblica amministrazione per risolvere l’emergenza. Fino allo sgombero coatto di una delle palazzine, avvenuto il 26 settembre 2006. Le 16 famiglie italiane hanno finalmente ottenuto la tanto sospirata casa, per la maggior parte degli inquilini senegalesi si profila una risoluzione positiva del “problema”, grazie all’interessamento dell’ambasciata del Senegal, in trattativa con il comune di Roma. Restano per lo più centinaia e centinaia di Rumeni senza un tetto, ad occupare abusivamente ciò che rimane del Residence Bravetta, mai completamente abbattuto. Ancora asciugamani stesi, brandelli di vita sotto gli occhi indifferenti di tutti, mentre gli autobus vanno avanti e indietro, dentro e fuori del centro, in attesa del prossimo tramonto, in attesa del prossimo sgombero.

 

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