TORINO 27 – "L'impossible – Pages arracheès", di Sylvain George (Onde)

l'impossible

L’impossible – Pages arracheès, nella sezione Onde, del francese Sylvain George è un lavoro di forti assonanze nel quale la struttura e le parole del testo avvalorano la militanza che l’autore pratica e alla quale si sente vicino. Il suo film è uno scontro duro con il potere dove si recuperano le pagine strappate della storia del presente, coprendo il vuoto colpevole del negazionismo dell’informazione

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l'impossibleC’è una forte risonanza tra le immagini e le parole di questo fluviale documento visivo costruito con sapienza da Sylvain George, già autore di lavori sperimentali. Quattro capitoli che guardano al quotidiano presente negato, all’immigrazione, alle proteste studentesche e ai diritti dei gay nelle prime manifestazioni degli anni ’60. Le immagini che George ci propone sono sfilacciate, a volte sfuocate, raggelate, talvolta, in rapidi frame e il silenzio che le sommerge sembra sovrastarle. L’impossible – Pages arracheès, nella sezione Onde, è un lavoro di forti assonanze nel quale la struttura e le parole del testo avvalorano la militanza che l’autore pratica e alla quale si sente vicino. Una struttura formale molto ricercata, ma che restituisce una spontaneità sincera e una naturale propensione all’uso promiscuo di elementi differenti. Sono le parole di Rimbaud o di Lautréamont, di Dostoevskij o degli intellettuali francesi a dare la guida spirituale alle immagini e la voce fuori campo del clandestino e le parole degli arrabbiati studenti della manifestazione del 1° maggio 2009, a dare corpo al film. Una ricca e multiforme composizione visiva costituisce il contributo artistico del regista francese. Si sovrappongono immagini digitali, super8, spezzoni video che, dal bianco e nero al colore, traducono l’inquietudine degli immigrati di Calais, la rabbia antagonista degli studenti, i multicolori cortei dei gay pride. L’autore francese non cerca la (ri)conciliazione, né il compiacimento. Il suo film è uno scontro duro con il potere dove si recuperano le pagine strappate della storia del presente, coprendo il vuoto colpevole del negazionismo dell’informazione. L’impossible – Pages arracheès è un pamphlet scoperto e contemporaneo, mediato dal valore artistico che lo contraddistingue, soprattutto nell’evocativa parte iniziale e nelle originali scelte visive dell’ultima. Al centro del film le lunghe sequenze della contestazione e della sua teorizzazione che, nel deciso bianco e nero, ricordano quelle di quarant’anni addietro dei quali vogliono essere ideale prosecuzione.

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Il rifiuto di qualsiasi ipotesi di compromesso e la dura volontà di non recedere colloca George sicuramente, sotto il profilo strettamente politico, tra gli autori più massimalisti di questi tempi. Un massimalismo che non ha eccezioni e che trasforma, ad esempio, quando racconta dell’immigrato afghano ucciso poco prima di raggiungere, dalla spiaggia di Calais, l’agognata meta dell’Inghilterra, le storie in vere e proprie stagioni all’inferno secondo l’insegnamento di Artur Rimbaud il cui spirito anarchico e autenticamente ribelle non stupisce che appartenga all’immaginario culturale dell’autore francese.

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