TORINO 28 – "Moussem les morts" di Jean-Baptiste Alazard e Vincent Le Port (Onde)

Quando Camus incontra il mezzo visivo: imperfetto, coraggioso, a tratti disturbante e quasi al limite della non visione, Moussem les morts è figlio della giovane età dei suoi due autori e di tutta una serie di riferimenti cinematografici e culturali; o forse non è già più cinema ma astrazione sul nostro vivere la morte propria e degli altri. Le immagini collassano su se stesse per lasciare altro e gli occhi non bastano più per vedere

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------
Prova finale per la scuola di cinema La fémis, opera prima dei due giovani registi francesi Jean-Baptiste Alazard e Vincent Le Port, Moussem les morts è un film complesso. Vagamente ispirato a Lo straniero di Camus è la storia di M, una capo cantiere francese emigrato in Marocco desideroso di riscoprire la voglia di vivere tanto da uccidere un uomo e da gettarsi con due sconosciuti in un turbine di esperienze al limite senza alcuna utilità.
Disturbante e spesso al limite della non visione quest’opera coraggiosa soffre di un’eccessiva ricerca di immagini e parole che appesantiscono ogni sequenza senza dare un attimo di riposo alla mente dello spettatore. Una telecamera instabile e tremante quasi non in grado di mostrare nella sua interezza l’azione in atto ma solo alcuni brevi frammenti è il tratto stilistico che i due registi scelgono per narrare una quotidianità soffocante e costrittiva in cui è la noia ad emergere senza pietà. L’umanità del protagonista sparisce e riappare a tratti, ma la sua mancanza di empatia spaventa per realisticità ed egli arriva a gettare su Tangeri il suo cervello, simbolo della sua arresa al proprio male interiore.
Alazard e Le Port eccedono di accademismo e il loro operare si blocca fin dalle prime immagini: i riferimenti culturali e filmici si perdono in una ricerca di cinema fine a se stessa, perfetta in alcuni momenti ma effettivamente estenuante per 80’. In questo caso è proprio la lunghezza l’ostacolo maggiore contro il quale i due giovani devono scontrarsi, grande letterarietà e tematiche complesse richiedevano forse una diversa scelta di stile e l’efficacia di sparse sequenze non riesce a risollevare quest’opera prima nella sua totalità.
È difficile scrivere di un film come Moussem les morts, in pericoloso bilico tra cinema e altro, un altro che sfiora il mondo dell’astrazione pura in modo così radicale da non poter essere colto dai soli occhi: la voglia di morte di un uomo, la ricerca di un secondo di pulsione che risollevi tutto ciò che si è vissuto senza passione. Coraggioso ed imperfetto, arrogante e senza mezze misure, com’è giusto che sia per due autori appena venticinquenni attesi con curiosità al loro secondo lavoro per comprendere e vedere in modo più chiaro la poetica del loro agire.
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array