TORINO 28 – Onde di sogni orientali, Antoine Barraud

La Forêt des songes, ritratto di Kôhei Oguri, diretto da Antoine Barraud
Tra i corti e mediometraggi di ONDE, sezione sperimentale e di ricerca curata da Massimo Causo per il Torino Film Festival, giunto alla 28°edizione, ritroviamo Antoine Barraud che oggi ritrae il regista giapponese Kôhei Oguri nel documentario La Forêt des songes, prodotto da Vincent Wang, Tsai Ming Liang e Lee Kang Sheng

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La Forêt des songes, ritratto di Kôhei Oguri, diretto da Antoine Barraud

 

Tra i corti e mediometraggi di ONDE, sezione sperimentale e di ricerca curata da Massimo Causo per il Torino Film Festival, giunto alla 28°edizione, ritroviamo Antoine Barraud: nel 2007 presentava il suo intenso lungometraggio  d'esordio Song, oggi ritrae il regista giapponese Kôhei Oguri nel documentario La Forêt des songes, prodotto da Vincent Wang, Tsai Ming Liang e Lee Kang Sheng.

 

Immagini da Monstre numéro deux (2008) di Antoine Barraud

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Antoine Barraud, autore di cortometraggi tra il 2004 e il 2008, tra cui Monstre, Monstre numéro deux (video) e Déluge (guarda) era a Torino nell'edizione del 2007 con il suo primo sorprendente lungometraggio Song (conversazione, videointervista) accolto nella sezione più sperimentale del Festival, La Zona. A Torino è tornato da spettatore l'anno successivo, per seguire, da grande appassionato di cinema orientale, l'omaggio a Kôhei Oguri.

Proprio da quell'incontro,  racconta Massimo Causo presentando ONDE 2010, nasce  La Forêt des songes, ritratto che scava nel cuore profondo della filosofia e della visione cinematografica di un cineasta autore di soli 5 film in 25 anni di carriera, tra cui L’aculeo della morte, vincitore del Gran premio della Giuria a Cannes 1990.

 

Barraud presenta così il suo lavoro: «Nel cinema di Kohei Oguri mi ha colpito il suo procedere verso l’armonia, la pacificazione dei conflitti. I suoi film aboliscono progressivamente le frontiere tuffandosi in una sorta di stato secondo che è rappresentato dall’utopia. Non si tratta certo di una condizione di compromesso ma di un’unificazione. Come nel teatro Nô, è uno stato che riunisce i vivi e i morti, il sogno e la realtà, il moderno e la tradizione. Per questo, il suo percorso, profondamente saggio, posato, meditato, mi è sembrato quasi paradossalmente la proposta più anarchica che abbia mai sentito».

La foresta dei sogni è una produzione di House on fire e Homegreen Distribution, società fondate da Vincent Wang in collaborazione con  Tsai Ming Liang e il suo attore feticcio/regista Lee Kang Sheng.

 

Con loro Antoine Barraud ha già realizzato il  documentario su Kenneth Anger River of Anger e ha recuperato insieme a Catherine Libert e Mirco Santi tre bobine in 16mm di Pierre Clémenti. Grazie a Pierre Clémenti: Unreleased Reels, chicca della sezione AvantGarde al 48° New York Film Festival, rivive l'agitatore culturale del '68 parigino con Marc'O, attore per Buñuel, Pasolini, Makavejev, Rivette, amico di Beckett e Ionesco e inedito filmaker.Les Maisons de feu, ritratto di Koji Wakamatsu, diretto da Antoine Barraud

 

Oltre a Kôhei Oguri, Antoine Barraud ha ritratto altri due grandi registi giapponesi, Shuji Terayama e Koji Wakamatsu, in un trittico presentato in anteprima mondiale alla 22° edizione del Festival Internazionale del Documentario di Marsiglia. A Torino 2010 sarà possibile vedere anche Les Maisons de feu, il ritratto dedicato a Wakamatsu.

"Ci siamo incontrati a Tokyo pochi giorni dopo che avevo filmato Oguri" racconta Barraud. "Sono stati come i due lati della stessa, meravigliosa, coraggiosa, poetica battaglia. Combattenti. Uomini saggi".

 

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    Tra i corti e mediometraggi di ONDE, sezione sperimentale e di ricerca curata da Massimo Causo per il Torino Film Festival, giunto alla 28°edizione, ritroviamo Antoine Barraud: nel 2007 presentava il suo intenso lungometraggio  d'esordio Song, oggi ritrae il regista giapponese Kôhei Oguri nel documentario La Forêt des songes, prodotto da Vincent Wang, Tsai Ming Liang e Lee Kang Sheng.

     

    Immagini da Monstre numéro deux (2008) di Antoine Barraud

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    Antoine Barraud, autore di cortometraggi tra il 2004 e il 2008, tra cui Monstre, Monstre numéro deux (video) e Déluge (guarda) era a Torino nell'edizione del 2007 con il suo primo sorprendente lungometraggio Song (conversazione, videointervista) accolto nella sezione più sperimentale del Festival, La Zona. A Torino è tornato da spettatore l'anno successivo, per seguire, da grande appassionato di cinema orientale, l'omaggio a Kôhei Oguri.

    Proprio da quell'incontro,  racconta Massimo Causo presentando ONDE 2010, nasce  La Forêt des songes, ritratto che scava nel cuore profondo della filosofia e della visione cinematografica di un cineasta autore di soli 5 film in 25 anni di carriera, tra cui L’aculeo della morte, vincitore del Gran premio della Giuria a Cannes 1990.

     

    Barraud presenta così il suo lavoro: «Nel cinema di Kohei Oguri mi ha colpito il suo procedere verso l’armonia, la pacificazione dei conflitti. I suoi film aboliscono progressivamente le frontiere tuffandosi in una sorta di stato secondo che è rappresentato dall’utopia. Non si tratta certo di una condizione di compromesso ma di un’unificazione. Come nel teatro Nô, è uno stato che riunisce i vivi e i morti, il sogno e la realtà, il moderno e la tradizione. Per questo, il suo percorso, profondamente saggio, posato, meditato, mi è sembrato quasi paradossalmente la proposta più anarchica che abbia mai sentito».

    La foresta dei sogni è una produzione di House on fire e Homegreen Distribution, società fondate da Vincent Wang in collaborazione con  Tsai Ming Liang e il suo attore feticcio/regista Lee Kang Sheng.

     

    Con loro Antoine Barraud ha già realizzato il  documentario su Kenneth Anger River of Anger e ha recuperato insieme a Catherine Libert e Mirco Santi tre bobine in 16mm di Pierre Clémenti. Grazie a Pierre Clémenti: Unreleased Reels, chicca della sezione AvantGarde al 48° New York Film Festival, rivive l'agitatore culturale del '68 parigino con Marc'O, attore per Buñuel, Pasolini, Makavejev, Rivette, amico di Beckett e Ionesco e inedito filmaker.Les Maisons de feu, ritratto di Koji Wakamatsu, diretto da Antoine Barraud

     

    Oltre a Kôhei Oguri, Antoine Barraud ha ritratto altri due grandi registi giapponesi, Shuji Terayama e Koji Wakamatsu, in un trittico presentato in anteprima mondiale alla 22° edizione del Festival Internazionale del Documentario di Marsiglia. A Torino 2010 sarà possibile vedere anche Les Maisons de feu, il ritratto dedicato a Wakamatsu.

    "Ci siamo incontrati a Tokyo pochi giorni dopo che avevo filmato Oguri" racconta Barraud. "Sono stati come i due lati della stessa, meravigliosa, coraggiosa, poetica battaglia. Combattenti. Uomini saggi".

     

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