TORINO 28 – “Wasted on the Young”, di Ben C. Lucas (Festa Mobile)

wasted on the  young
E’ fin troppo esplicito, tanto da diventare banale, l’atto d’accusa messo in scena alla sua prima prova cinematografica dall'autraliano Ben C. Lucas verso l’universo scolastico. Un microcosmo malato e feroce, che si perpetua nell’omologazione e che fa della diversità un male inaccettabile
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wasted on the  youngUna caccia all’uomo combattuta a colpi di mms e chat. E un microcosmo parallelo alla realtà, o meglio, virtuale, dove regnano indiscusse, nell’indifferenza e la paura da tutti condivise, la sopraffazione e la sottomissione alla legge del più forte. La legge di Zack, capobranco che fa del suo disprezzo lo strumento di umiliazione per controllare il prossimo. Non esiste scampo, pena il rifiuto e l’esclusione. Ma qualcosa inizia ad incrinarsi in questo meccanismo perfetto basato sulla tirannia del terrore e sulla necessità di esser parte della coolness incarnata da Zack. L’interesse che Darren, il solitario fratellastro di Zack, scopre per la bionda outsider Xandrie, impermeabile al ricatto imposto dal bulletto della scuola, mette infatti in discussione il dominio del fratello di successo. E questo è un atteggiamento da punire senza pietà. Zack non ha fatto però i conti con Darren, che non è disposto a seguire le regole del suo gioco e diventa una pedina impazzita in una lotta per la sopravvivenza che oppone i due fratellastri.
E’ il mondo del liceo raccontato dall’australiano Ben C. Lucas, un mondo psichedelico e feroce, epurato da ogni presenza adulta come se l’unica realtà possibile per i teenager fosse quella delle relazioni scolastiche (tematica interessante, ma persa subito di vista dal regista). E’ fin troppo esplicito, tanto da diventare banale, l’atto d’accusa messo in scena alla sua prima prova cinematografica da Ben C. Lucas verso questo universo malato che si perpetua nell’omologazione e che fa della diversità un male inaccettabile. Wasted on the Young è niente più che un compitino fintamente sdegnato e intrappolato, senza possibilità di coinvolgere ed emozionare, in uno stereotipo abusato e inerme. Lucas crede sia sufficiente far mostra delle “immagini” usate dai giovani per raccontare l’instabilità adolescenziale, la violenza delle relazioni, la solitudine e la paura, non si accorge invece di svuotare di vita, con la sua frigida ricercatezza stilistica, l'universo scolastico del film e le anime che lo abitano. Wasted on the Young è una giostra schizofrenica dove si agita un bestiario di personaggi senza spessore, schiacciati da un gioco formale che vorrebbe farsi portatore di una percezione alterata del mondo, ma che rimane invece solo uno sguardo cieco.

 

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