TORINO 29 – "Sonnensystem", di Thomas Heise (Festa mobile: Paesaggio con figure)

Il progetto Sonnensystem nacque grazie ad una ricerca che il Goethe Institut aveva  commissionato a Thomas Heise. Ricerca incentrata sullo studio delle popolazioni indigene abitanti il nord dell'Argentina. Fu così che Heine entrò in contatto con l'antica comunità Kolla nel villaggio di Tinkunaku. Immagini dotate di straordinaria forza poetica che ben presto però scompariranno, così come le tradizioni di questa gente

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Il progetto Sonnensystem nacque grazie ad una ricerca che il Goethe Institut aveva  commissionato a Thomas Heise. Ricerca incentrata sullo studio delle popolazioni indigene abitanti il nord dell'Argentina. Fu così che Heise entrò in contatto con l'antica comunità Kolla nel villaggio di Tinkunaku, situato nella provincia di Salta. Il regista ha vissuto per un certo periodo in simbiosi con questa popolazione composta di 1500 persone e tale esperienza ha dato origine al documentario presentato a Torino. Heise registra momenti di vita quotidiana che vanno di pari passo con il susseguirsi delle stagioni ed ecco che allora l'attenzione (e di conseguenza l'immagine) si concentra verso una persona intenta a lavorare il cuoio con perizia, negli attimi magici e sospesi di un rito propiziatorio o nelle preghiere in una piccola chiesa. Persone laboriose  che vivono in completa armonia con la natura che le circonda, impermeabili al "vorticoso incedere" del mondo esterno e civilizzato. Il documentarista tedesco filma senza dialoghi, scelta obbligata poiché non è stato possibile trovare un interprete che parlasse la lingua dei Kolla, ma poco importa perché ciò che scorre dinanzi ai nostri occhi non ha bisogno di commenti. A parlare sono le maestose montagne, un refolo di vento, un bambino che passeggia su di un prato. Immagini dotate di straordinaria forza poetica che ben presto però scompariranno così come le tradizioni di questa gente che ogni autunno, con l’inizio delle piogge è costretta a trasferirsi in città per poter sopravvivere. E la sequenza  finale della baraccopoli (s)travolge e fagocita il precedente idillio visivo e sonoro:  un’interminabile fila di baracche aggredisce lo sguardo e si fa premonitrice del difficile futuro che attende  la comunità indigena. In lontananza, i grattacieli di Buenos Aires, come a voler rimarcare ancora una volta, la distanza siderale  che separa  gli abitanti di Tinkunaku dalla società contemporanea.

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