TORINO 29 – "The catechism cataclysm", di Todd Rohal (Festa mobile)

 The catechism cataclysm  prende la piega del buddy movie on the road. I due personaggi affrontano insieme una vancanza strampalata, una breve traversata in canoa all'insegna di chiacchiere e bevute. Ci si aspetta la solita tiritera dove entrambi crescono e imparano qualcosa dai propri errori, proprio grazie al compagno di viaggio. Invece Todd Rohal vira paurosamente sul surreale grottesco

 

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Poco da fare, la commedia americana irriverente, persino demenziale, offre sempre acuti spunti di riflessione. Probabilmente merito della mancanza di senso del pudore che, coraggiosamente, permette di superare certi schemi mentali che la società, nel corso dei secoli, ci ha imposto più o meno consciamente. Il voler stupire, provocare, scioccare porta sempre lo spettatore ad interrogarsi. E, sebbene in corso d'opera muti camaleonticamente, questo The catechism cataclysm inizia con un affresco realistico della situazione in cui si trova attualmente la religione. Sempre e comunque
suprema istituzione in America, soprattutto nei paesi e nelle realtà più minuscole. Il nostro protagonista ci si presenta come prete alle prime armi indolente e svogliato. Alle prese con dei parrocchiani pedanti ed eccessivamente rigorosi. Nessuno è interessato alle sue bizzarre e divertenti storielle, ai suoi metodi moderni e fin troppo scalcinati. Ognuno pretende di imparare qualcosa semplicemente ascoltando la parola di Dio. Come se un prete avesse le risposte adeguate a tutto.
Per questo il suo collega più anziano si sente in dovere di consigliargli una vacanza per riflettere sulla sua dubbia spiritualità. Perché, effettivamente, nessuno è in grado di capire perché costui abbia scelto di prendere i voti.
La scena è memorabile. Il giovane sacerdote è piazzato davanti ad un pc, su Youtube sta guardando il video di un uomo che intona malamente la scala cromatica musicale. Viene interrotto e catechizzato dal padre superiore e invitato ad uscire, perché è là fuori che risiede la verità. Mentre però internet (e l'avvento del Web 2.0) hanno costruito un palcoscenico
virtuale dove chiunque può dare spettacolo di sé senza ritegno, dove ognuno può esprimere la propria opinione (magari protetto da un nickname fittizio) e quindi essere sé stesso, il mondo è diventato, più che mai, un posto dove ognuno indossa una maschera e si atteggia a seconda del contesto.
Proprio internet gioca un ruolo importante nella storia. Il nostro uomo di chiesa ritorna in contatto con l'ex ragazzo delle superiori di sua sorella. Una vera e propria divinità ai suoi occhi, un modello da seguire. Sognando di incontrare un uomo ormai realizzato, membro di una band di successo e scrittore affermato, si trova davanti un essere insignificante, un pizzico meschino e solo. Incompiuto come quei racconti che ama raccontare. per cui viene continuamente osannato dal suo personalissimo e unico fan.
La trama prende la chiara piega del buddy movie on the road. I due personaggi affrontano insieme una vancanza strampalata, una breve traversata in canoa all'insegna di chiacchiere e bevute. Ci si aspetta la solita tiritera dove entrambi crescono e imparano qualcosa dai propri errori, proprio grazie al compagno di viaggio. Invece Todd Rohal vira paurosamente sul surreale grottesco. I due smarriscono la strada. L'intervento di due turiste giapponesi, accompagnate da un inquietante uomo silezioso, scombina tutto. Ricorda vagamente l'impronta del folle Greg Araki. Non sai mai fino a che punto ti sta prendendo in giro. Si è portati a pensare che, prima o poi, qualcuno sveli la burla.
Solo il finale ci mette a conoscenza della reale consistenza dell'esilarante e spiazzante follia collettiva. Il nostro prete torna dai suoi parrocchiani. Stavolta però le sue storie, quelle del suo amico, riescono a toccare lo spettatore. Se lui abbia imparato qualcosa o no, non ci è dato saperlo. E decisamente neppure ci interessa.

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