TORINO 31 – L'etrusco uccide ancora, di Armando Crispino (After Hours)

Un film importante per il cinema italiano di genere, un giallo in grado di liberarsi dal fardello argentiano per proseguire attraverso traiettorie personali e liberissime. Il Torino Film Fest rende così omaggio alla figura di Armando Crispino, profondo conoscitore del mezzo cinematografico e regista dall' indubbio talento versatile

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In concomitanza con la pubblicazione del libro Macchie solari. Il cinema di Armando Crispino di Claudio Bartolini, il Torino Film Fest omaggia la figura del regista con la proiezione di uno dei suoi titoli più celebri (e purtroppo anche più introvabili), L’etrusco uccide ancora. Regista versatile, in grado di destreggiarsi con abilità all’interno di diversi generi – dal comico al western, passando per il dramma e il thriller – con questo film Crispino realizza un giallo che si inserisce perfettamente in quel meraviglioso momento del cinema italiano in cui era davvero possibile osare e sperimentare, abbracciando tematiche e stili completamente differenti tra loro. L’etrusco uccide ancora (conosciuto all’estero come The Dead Are Alive) arriva tre anni dopo l’exploit argentiano di L’uccello dalle piume di cristallo, e otto dopo il seminale Sei donne per l’assassino di Mario Bava: in un periodo in cui la tendenza generale era quella di ricalcare fino all’estremo gli stilemi degli illustri predecessori (i guanti neri dell’assassino, le soggettive), Crispino realizza un’opera che si distingue da tutte le altre e che, a sua volta, in futuro farà da modello per lo stesso Argento (il trauma infantile di Profondo Rosso, le scarpette rosse di Tenebre), oltre che ovviamente per molti altri ancora. Un giallo che rappresenta inoltre l’antesignano del cosiddetto filone archeologico, rinunciando parzialmente alle componenti più oscure del genere per privilegiare luoghi e spazi aperti e assolati. Nella seconda parte, invece, Crispino sfrutta con estrema abilità le potenzialità gotiche offerte da una location come Spoleto, che solamente tre anni più tardi verrà scelta anche da Massimo Dallamano per un horror bello e importante come Il medaglione insanguinato.

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Ne esce un prodotto decisamente atipico, non privo di ingenuità ma capace di aprirsi a sperimentazioni linguistiche che ancora oggi rimarcano la distanza tra Crispino e altri epigoni che, al contrario, non furono in grado di innovare il genere con altrettanta abilità. L’etrusco uccide ancora prosegue quindi attraverso un andamento assolutamente folle e liberissimo, svincolato dalla logica (se ne ricorderà, anche per questo, l’Argento di Tenebre) o da una scrittura eccessivamente asfissiante, al punto che a un dato momento Crispino può addirittura permettersi di inserire un frammento poliziottesco (l’inseguimento tra i vicoli spoletini), a dimostrazione della completa conoscenza del mezzo da parte di un uomo di cinema che non fu solamente regista, ma anche sceneggiatore, critico cinematografico e tra i primi fondatori del cineclub di Torino. Da segnalare inoltre la presenza nel cast di grandi caratteristi dell’epoca, da Enzo Cerusico (Le cinque giornate, La porta sul buio) a John Marley (che in quello stesso anno si ritrovò la testa mozzata di un cavallo in fondo al letto….).

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