TORINO 31 – Noche, di Leonardo Brzezicki (Onde)
Il giovane esordiente Brzezicki orchestra una ipnotica suite audiovisiva dove dissolvenze incrociate, distonie fotografiche, sonoro antifrastico, silenzi improvvisi e oscurità perturbanti colpiscono nello stomaco lo spettatore, non gli concedono il tempo di “pensare” per il troppo “sentire”, delegando solo ai privati codici interiori l'(in)utile interpretazione di ogni simbolo aperto
E allora: gli echi (da luogo colpito) “dentro” la casa si espandono come onde centrifughe nella ferina natura circostante, dove i ragazzi immersi negli elementi (acqua, aria, fuoco) fondono le due istanze nell’immagine del film. È come se la voce di Miguel provenisse dalle viscere della Terra, guidasse i destini dei suoi amici e del nostro sguardo, oltrepassando facilmente ogni barriera razionale e ogni barriera di linguaggio: Brzezicki orchestra una ipnotica suite audiovisiva dove dissolvenze incrociate, distonie fotografiche, sonoro antifrastico, silenzi improvvisi e oscurità perturbanti colpiscono nello stomaco lo spettatore, non gli concedono il tempo di “pensare” per il troppo “sentire”, delegando solo ai privati codici interiori l'(in)utile interpretazione di ogni simbolo aperto. Una riuscita “reviviscenza” del fantasma interiore che scatena pulsioni animalesche e desideri repressi, con una concezione dell’inquadratura che rimanda al connazionale Lisandro Alonso, una cura fotografica che ricorda il primo Sokurov e un sonoro materico che si rifà sottilmente a David Lynch. Ma, al di là di ogni alto referente, ciò che sorprende di più in questo film palesemente “costruito” nei minimi dettagli, è la capacità costante di sfuggire alle maglie di ogni facile interpretazione psicanalitica per aprirsi a un’esperienza sorprendentemente immersiva, fisica, carnale, seducente e mai superflua nella sua fertile “inconcludenza”. Il cinema Sudamericano (Boulocq, Alonso, Larrain, ecc) si conferma una miniera inesauribile di giovani cineasti folli e ambiziosi, immersi nella noche della loro recente Storia passata, e capaci di “pensare” ancora un cinema che guardi al futuro.