TORINO FILM FESTIVAL – "Real Time", di Randall Cole (Fuori Concorso)

Segnata da una profilo quasi documentaristico, questa black comedy lascia sorpresi per un stile sempre consapevole e la capacità di tendere l'intero film sull'elastico di un duo attoriale davvero azzeccato.

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Andy (Jay Baruchel, già visto in Almost Famous e Million Dollar baby) è uno scapestrato e incallito giocatore, cavalli soprattutto. Ma anche di semplicissimi gratta e vinci che consuma come un tossico. Un tipo parecchio sfigato che deve molti soldi a un boss, per l'esatezza 68mila dollari. Non pago di una situazione abbastanza disastrosa è anche molto strafottente con il resto del mondo. Quelli a cui deve i soldi hanno deciso che è arrivata la sua ora, letteralmente, e gli mandano un suo vecchio "amico" Reuben (Randy Quaid). Il sicario decide di concedere a Andy un paio d'ore a sua disposizione in cui può decidere di fare ciò che vuole. Da qui parte il film del canadese Randall Cole,  autore di 19 Months, un viaggio  in teampo reale nelle ultime ore di vita di questo ragazzaccio dalla faccia da schiaffi, ma maledettamente simpatico. Tra i due nasce una solidale complicità.  Il vecchio e stanco Reuben decide di dare al giovane Andy la possiblità di redimersi, di sfruttare il poco tempo che lo separa dalla morte mettendosi a sua disposizione. Un piccolo road movie che segna le tappe della vita di Andy. Prima la rinuncia ad una squallida prostituta, poi la decisione di far visita alla nonna a cui deve dei soldi, con tanto di tentata fuga gettandosi dal primo piano,  la vecchia scuola mal sopportata e ricordata come luogo di iniziazione al "gioco" e il primo posto di lavoro, da cui si era fatto cacciare per il vizio di avere amplessi con la pasta della pizza. Lo stile è quello della black comedy, dialoghi sempre serrati e spesso molto divertenti con il fantasma di una pallottola in testa sempre presente. Lo sfodo quello di una periferia dimessa e anonima, come la vita di entrambi. Il loro modo di conoscersi e di sopportare quasi rassegnati i ruoli che il destino gli ha ritagliato assumo i contorni spesso surreali e naif della vittima e del carnefice. La parte dell'angelo della morte va un pò stretta al vecchio sicario dalla faccia cattiva. Reuben guida e Andy cerca in tutti i modi di far capire al killer che la sua vita è segnata dalla sfortuna e soprattutto da un finale che ormai sembra già scritto. Ma proprio quando il tempo sta per scadere, la sceneggiatura di Randall Cole svolta in un sentiero imprevisto. Segnata da una profilo quasi documentaristico, questa black comedy lascia sorpresi per un stile sempre consapevole e la capacità di tendere l'intero film sull'elastico di un duo attoriale davvero azzeccato.

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