Torneranno i prati – Incontro con il cast


Nell'anno del centenario dell'inizio della Prima guerra mondiale anche Ermanno Olmi ha sentito l'esigenza di raccontare una storia di trincee e soldati allo sbando. Il regista è stato assente all'incontro per motivi di salutee ha invitato un videomessaggi. Del cast sono intervenuti Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria e Camillo Grassi. In sala dal 6 novembre in più di 100 copie.

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Nell'anno del centenario dell'inizio della Prima guerra mondiale anche Ermanno Olmi ha sentito l'esigenza di raccontare una storia di trincee e soldati allo sbando in Torneranno i prati. Il regista è stato assente all'incontro per motivi di salutee ha invitato un videomessaggi. Del cast sono intervenuti Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria e Camillo Grassi. In sala dal 6 novembre in più di 100 copie.

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Videomessaggio di Ermanno Olmi: Mi spiace  non essere presente ma sono costretto a fare una serie di esami importanti per la mia salute. Mi dispiace non avere un dialogo in occasione del film. In tanti anni la domanda che mi veniva fatta più spesso è stata: perchè ha fatto questo film? Normalmente pensare a un film è come quando ci si innamora: Prima arriva un pre-pensiero, un pre-sentimento, che poi diventa una storia. In questo caso non è andata cosi perchè è stato un film su proposta. Immediatamente il pensiero è andato a mio padre che mi raccontava la vita da soldato nella guerra. Ho riscoperto adesso, tornando nell'argomento, cosa significavano quelle storie e mi è stato chiaro il senso di tradimento nei confronti milioni di persone morte in quella guerra. Non abbiamo spiegato loro perchè sono morti. Nell'anno del centenario spero che questo nodo d'ipocrisia e di vigliaccheria venga sciolto per sempre. Non possiamo più rimanere neutrali. Mi auguro che in questa celebrazione si trovi il motivo per chiedere scusa. Io ho in mente l'ammonimento di Albert Camus: Se vuoi che un pensiero cambi il mondo, prima devi cambiare te stesso.

claudio santamaria in torneranno i pratiOlmi dice che il regista da le indicazione e gli attori danno la poesia. Com'è andata?

Claudio Santamaria: Ermanno penso che sia un illuminato, è stato come lavorare con il Dalai Lama. Ricordo che dopo undici cial di una scena forte di dialogo tra me e Formichetti, Ermanno è da noi dicendoci che stavamo girando un film sul dolore della guerra e quindi dovevamo sentire il dolore per la Morte. Lui è capace sempre di muoversi su un filo feagile. Non servono attori ma  esseri umani pronti a vivere un'esperienza profonda e intima.

Francesco Formichetti:
Lavorare con Ermanno Olmi è vivere esperienza di vita vera prima che professionale. Non avrei mai immaginato di affrontare queste difficoltà enormi, ma quando eravamo in scena c'era una concentrazione tale che ti dimenticavi le difficoltà e i problemi.  Ermanno, con modi irruenti e delicati, ti indica la strada giusta da prendere.

Alessandro Sperduti: E' stata un'esperienza incredibile. Con Ermanno abbiamo parlato,gli ho confessato di avere paura. Lui mi ha risposto: se hai paura cadi. Lui ci ha trascinato nell'emozione pura, mi ha tolto tutte le mie costruzioni mentali con la sua tenacia.

Camillo Grassi: Sono molto fortunato a fare un secondo film con Ermanno, già ho conosciuto il suo modo di lavorare.A Ermanno serve il vuoto, non ha bisogno di attori ma di anime che entrano in sintonia con lui. Non esiste piu niente eccetto la disponibilità umana. La poesia viene solo nel percorrere la strada che lui traccia.

Nel film ci sono tani temi, quali ritenete i più importanti?

Alessandro Sperduti: Più che un film bello deve essere un film utile. Va fatto vedere ai ragazzi nella speranza di rendere attuale qualcosa che ancora succede dopo cento anni. Il film fa in modo che il valore umano vada riconsiderato

Claudio Santamaria: Il film parla del dolore di una guerra stupida, dove le persone non sapevano il perchè andavano a morire. E' un invito alla presa di coscienza. Come diceva Lussu o Volontè nel film Uomini Contro, i nemici non sono quelli della trincea di fronte ma chi li mandava a morire senza strategie. E' stata mandata al macello un'intera generazione.

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