Tra cinema e natura: Porretta Terme

La Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme, che presentò in passato senza censura Ultimo Tango a Parigi e La classe operaia va in paradiso, quest’anno si è svolta sotto il segno di Luchetti

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Porretta Terme è una località che si apre nel mezzo di un’ampia conca circondata dalle montagne. La città prende il nome e il lustro dalle sue famose acque termali che vengono considerate benefiche e curative.

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La manifestazione si svolge proprio qui, nella settimana dell’Immacolata. Dopo una lunga e meravigliosa strada – che collega Pistoia a Porretta – tra gli alberi e le foreste che si fanno tagliare in due dalla statale porrettana, arriviamo finalmente nel luogo di questo storico festival.

Il logo di questo – un bue chino a bere –  conserva radici antichissime: leggenda vuole che nel medioevo un pastore lasciò libero un bue gravemente malato e lui, dopo aver bevuto dalle acque curative, tornò dal suo pastore in piena salute. Ma oltre l’iconografia, il medioevo ha lasciato molti più segni di così: alcune strade e palazzi sono rimasti ancora oggi di gusto medievale, conservando l’autenticità d’allora.

Il paese si snoda lungo un rettilineo pieno di attività commerciali e a primo acchito Porretta non sembra serbare altre sorprese per noi, se non il piacere di poter respirare quell’aria fresca e pulita tipica delle zone di montagna.

Ma quando incontriamo Luca Elmi, il direttore artistico del festival, ci rendiamo subito conto che quel piccolo paese di montagna ha ancora tanto da raccontarci. Il festival infatti, ha radici molto più antiche, risalenti al 1959, anno in cui intellettuali e appassionati decisero di sfidare la famosa mostra veneziana diventando così la patria del cinema “maledetto” della nazione. Prese le fattezze di un antifestival italiano, La Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme, presentò senza alcuna censura Ultimo Tango a Parigi e La classe operaia va in paradiso. Alcuni dei più grandi registi e artisti del secolo scorso sono passati da lì, lasciando un segno che è ancora riconoscibile.

Come se l’arrivo della cultura non canonica e fuori dagli schemi fosse piombata senza preavviso in una piccola realtà di provincia, creando tra gli abitanti un sostrato culturale che li porta ancora adesso ad appoggiare le iniziative che si consumano durate l’anno.

Che Porretta sia un posto dotato di una particolare misticità non c’è alcun dubbio.

Proprio lì vicino, infatti, sull’Appennino Pistoiese si è insediata, dall’inizio degli anni 80, una delle esperienze più estreme e originali del movimento comunitario: Il popolo degli Elfi. Questi, che ormai riescono a contare 150 abitanti, hanno preso possesso di vecchi ruderi abbandonati, e conducono la propria vita puntando unicamente sull’autoproduzione e sulla condivisione comunitaria. Senza elettricità, questo popolo è riuscito a formare con il tempo una serie non limitata di villaggi che distano l’uno dall’altro all’incirca un’ora di cammino.

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