Trafficanti, di Todd Phillips

Un film divertente e lucidissimo, forse meno dinamitardo della trilogia precedente di Phillips, ma che segna l’intelligente rimediazione del suo regista in territori ben più rischiosi

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Il 2008 sta pian piano diventando un anno cruciale nell’immaginario americano e mondiale. L’inizio della più grave crisi economica dal ’29 a oggi, l’elezione del primo presidente afroamericano con tutto il portato simbolico ad essa connesso, la svolta nella guerra d’Iraq (con l’annuncio di un parziale ritiro delle truppe) e l’inizio di una nuova fase (post Bush/Cheney) della guerra al terrore. Insomma un anno decisivo per la storia recente, che il cinema sta incominciando a raccontare come un crocevia fondamentale anche per l’immaginario popolare: se La Grande Scommessa di Mckay arriva al 2008 come collasso di un modello economico che frantuma i destini dei suoi personaggi per universalizzare un sentimento; questo Trafficanti di Todd Philipps rovescia la riflessione partendo dalla memoria collettiva del 2008 (i filmati d’archivio sulla guerra in Iraq) per arrivare a planare su una storia tra le tante. Quella di due ragazzotti letteralmente alle prime armi.

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11Il film “tratto da una storia vera” s’inscrive nel più classico arco di trasformazione del self made man americano: si parte dal basso, si trova la grande occasione, si tocca il lato oscuro della forza per poi tendere a una redenzione che passi dalla formazione di una nuova famiglia. Insomma gli ingredienti con cui Hollywood muta pelle rimanendo se stessa ci sono tutti e Phillips (da grandissimo narratote qual è: bisognerebbe dirlo più spesso che gli i veri creatori di cinema a Hollywood sono oggi più che mai i “commedianti”) orchestra un meccanismo perfetto che viaggia spedito come un treno ad alta velocità. Efraim Diveroli (un inquietante, bravissimo, Jonah Hill) è uno spietato e sballato giovane uomo d’affari che torna a Miami dopo anni d’assenza, per incontrare il suo vecchio compagno di scuola David (Miles Teller) che si barcamena facendo massaggi ai ricchi dei quartieri alti. La proposta è quella di diventare soci, mentre i traffici sono quelli di armi in un periodo di continui interventi militari in Medio Oriente. “I soldi si fanno tra le righe”, standosene nascosti e accontentandosi delle briciole… solo che l’industria delle armi è la prima per fatturato in America, quindi le briciole valgono milioni di dollari e persino due scaltri ragazzotti di Miami possono accaparrarsi commesse milionarie e diventare dei veri war dogs. Inizia la giostra.

hillPhillips sa sin troppo bene di operare in territori già battuti e irriga il suo campo con fiumi di referenza immaginaria: da Scarface di De Palma che diventa il testo sacro con cui i due personaggi si interfacciano continuamente, allo Scorsese di Goodfellas/Casinò riproposto come un vocabolario di montaggio consultato a più riprese per far crescere la tensione a ritmo di musica. Una colonna sonora di fiammeggiante portato iconico che spazia dai Pink Floyd agli Aerosmith, da Leonard Cohen ai Creedence Clearwater Revival per arrivare a 50 Cent, messa insieme dalle note del sempre più decisivo Cliff Martinez. La musica cresce, il traffico si allarga, i soldi aumentano, l’economia della guerra è al suo punto limite e allora Efrain e David si trovano a volare dall’Iraq all’Afghanistan, piazzando armi dell’ex URSS comprate in Albania. “Dio benedica l’America di Dick Cheney!” urla Jonah Hill…

wardogsInnegabilmente spietato con la politica estera dell’amministrazione Bush, il film si dimostra sin troppo indulgente con i suoi personaggi: insomma Hollywood trova sempre il modo di mettere alla corda l’american dream, di squarciarne il velo, per poi ricomporlo e suturarlo allo schermo assolvendo i suoi figli. Trafficanti, da questo punto di vista, è il film della maturità di Todd Phillips: la guerra mediatizzata diventa l’ennesima “notte da leoni” (del resto il meccanismo narrativo è identico: la guerra, come le bravate, resta sempre fuori campo…) che prelude ad un Hangover collettivo che ci renda migliori avendo guardato in faccia gli orrori. Un film divertente e lucidissimo, forse meno dinamitardo della sua trilogia precedente, ma che segna l’intelligente rimediazione del suo regista (esattamente come nel caso di Adam Mckay) in territori ben più rischiosi. Nel bene e nel male Trafficanti è cinema americano allo stato puro, un magnifico giro di giostra dal quale si esce ancora frastornati, in un The word is yours e ritorno sulle ali della memoria.

Titolo originale: War Dogs
Regia: Todd Phillips
Interpreti: Jonah Hill, Miles Teller, Ana de Armas, Bradley Cooper
Distribuzione: Warner
Durata: 114′

Origine: Usa, 2016

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