Trieste Film Festival 29. Al via dal 19 gennaio: il programma

-------------------------------------------------
SCRIPT SUPERVISOR/SEGRETARIA EDIZIONE il corso online!

-------------------------------------------------

Il Festival fino al 28 gennaio, oltre ai consueti tre concorsi internazionali, ospita la primissima retrospettiva sul cinquantesimo dal ’68, a cominciare da Sympathy for the Devil di JLG

--------------------------------------------------------------------
Corso online MONTAGGIO AVID, dal 19 giugno

---------------------------------------------------------------

Il Trieste Film Festival (19-28 gennaio), alla 29esima edizione, continua nella sua impresa di ponte tra due culture, un appuntamento importante per il pubblico italiano per guardare oltre il confine “occidentale” e scoprire le bellezze del cinema dell’Europa centro orientale. A tal proposito ritornano i tre concorsi internazionali, nove lungometraggi, quindici corti e nove documentari, un ampio ventaglio per tracciare quel panorama tanto ricco di sfaccettature.

Approfittando del cinquantesimo dal ’68, i direttori Fabrizio Grasoli e Nicoletta Romeo scelgono forse il ritratto ad oggi più vivo e lucido dell’epoca: Sympathy for the Devil, di Jean-Luc Godard (19 gennaio, Teatro Miela), film inaugurale di una straordinaria retrospettiva sull’argomento e intitolata Rebels ’68: Est ‘n’ West Revolution. Due punti di vista, l’ovest di Antonioni, Godard e Bellocchio, e l’est di Pintilie, Dezső e Němec, due immersioni in quegl’anni densissimi, anni di rottura, di (ri)costruzione e fondamentali per lo sviluppo del cinema stesso.

-----------------------------------------------------------------
SCUOLA DI CINEMA SENTIERI SELVAGGI, scarica la Guida completa della Triennale 2025/2026

-------------------------------------------------

REBELS 68. EASTOratorio for Prague (1968) di Jan Němec; Reconstruction (1968) di Lucian Pintilie; Agitators (1969) di Dezső Magyar; June Turmoil e Early Works (1969) di Želimir Žilnik; Sweet Movie (1974) di Dušan Makavejev; Generation ’68 (2016) di Nenad Puhovski.
REBELS 68. WEST: I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio; Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni; Baci rubati (1968) di François Truffaut; Sympathy for the Devil (1968) di Jean-Luc Godard; Sadismo (1970) di Donald Cammell, Nicolas Roeg; La cicatrice intérieure (1972) di Philippe Garrel; The Dreamers (2003) di Bernardo Bertolucci; Les deux amis (2015) di Louis Garrel; Blow Up di “Blow Up” (2016) di Valentina Agostinis.

La seconda apertura, con il debutto il 22 gennaio del Teatro Rossetti come sede principale, è affidata a Djam, di Tony Gatlif, un viaggio musicale, visivo e interpersonale nell’Europa del multiculturalismo e delle migrazioni. A chiudere, L’altrove più vicino, di Elisabetta Sgarbi, film simbolo del Festival, il racconto di una frontiera vicinissima, quella con la Slovenia, la celebrazione del paese attraverso la saggezza di molti intellettuali e un focus sulle famiglie e le persone abituate quasi a giocare con le differenze e linguistiche e sociali.a-ciambra-poster-jonas-carpignano-696x392 Oltre a questi, altri sei sono i titoli segnati come Eventi SpecialiKrotkaja (Una creatura gentile / A Gentle Creature) di Sergej Loznica, Jupiter Holdja (La luna di Giove / Jupiter’s Moon), di Kornél MundruczóThe Prince and the Dybbuk, diretto da Elwira Niewiera Piotr Rosołowski, A Ciambra, di Jonas Carpignano, che verrà premiato a Trieste come miglior film italiano del 2017 dal SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), e infine Bora su Trieste, girato da Gianni Alberto Vitriotti, Leone d’Argento a Venezia nel 1953.

Il consueto Focus “nazionale” è dedicato quest’anno non ad un Paese, ma ad un popolo – quello curdo – sparso in quattro Paesi (Turchia, Siria, Iraq, Iran), e visto sotto la lente di quattro prodotti, una docu-fiction e tre documentari: A flag without a country di Bahman Ghobadi, (Figlie del Fuoco, Fire’s Daughters), di Stephan Bréton,  Meteorlar, di Gürcan Keltek e GÖZYAŞINA YER YOK (Non c’è posto per le lacrime / No Place for Tears) di Reyan Tuvi.

Confermata anche quest’anno la formula del Premio Corso Salani, che presenta cinque film italiani completati nel corso del 2017 e ancora in attesa di distribuzione. Immutato il profilo della selezione: opere indipendenti, non inquadrabili facilmente in generi o formati e per questo innovative, nello spirito del cinema di Salani. I titoli: il documentario Country for old men di Pietro Jona e Stefano Cravero, Il Cratere di Luca Bellino e Silvia Luzi, Karenina & I di Tommaso Mottola, Uno sguardo alla Terra di Peter Marcias, omaggio al lavoro del documentarista Fiorenzo Serra, e L’uomo con la lanterna, diretto da Francesca Lixi.

QUI il programma completo del Trieste Film Festival.


UNICINEMA scarica la Guida completa della Quadriennale di Sentieri Selvaggi


    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative



    BORSE DI STUDIO per LAUREATI DAMS e Università similari