Trieste Science+Fiction 2009: "Di cloni e misteriose ombre di un futuro prossimo"

metropia
Fantastico, horror e cyberpunk disegnano gli scenari futuri di una realtà trasfigurata dai sogni e maledetta dalle colpe dell’oggi. Tante visioni, speranze, passioni, che convergono nella cornice cinematografica dello Science+Fiction. Dal 22 al 28 novembre, Multiplex Cinecity – Torri d’Europa, Trieste

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Edgar Allan Poe, Roger Corman, Christopher Lee, Bruce Sterling. Sono solo alcuni dei nomi che affollano lo Science+Fiction, Festival Internazionale della Fantascienza edizione 2009. Dalle ombre del passato riemergono pellicole cormaniane come il vendicativo I vivi e i morti (evento di apertura della manifestazione è l’esibizione dei Massimo Volume, impegnati  nella sonorizzazione del vivo de La caduta della casa Usher, versione di Epstein ispirata al romanzo omonimo di Poe) e il sanguinario Il pozzo e il pendolo, entrambi tratti dai racconti dello scrittore statunitense considerato il padre, tra gli altri, del romanzo gotico, nel bicentenario della sua morte. Ed è proprio Roger Corman, omaggiato con la proiezione de L’uomo dalla vista a raggi x, ad essere uno dei protagonisti della manifestazione. A lui, al novello premio Oscar alla carriera, va infatti anche il premio Urania d'Argento, ulteriore riconoscimento per il regista e produttore, star dei b-movies; premio per la prima volta assegnato in una stessa edizione anche ad un altro personaggio significativo della scena cinematografica mondiale: l’attore Christopher Lee, che si porterà dietro Triage, la sua ultima interpretazione a fianco di Colin Farrell e Paz Vega, nell’opera drammatica di Danis Tanovic. Ed è ancora il passato con la sua aura di sacralità, la Storia, a proiettare la sua lunga ombra sul presente dello Science+Fiction, con una panoramica sulla produzione fantascientifica dell’Europa dell’Est anni ’60-’80, per celebrare la caduta del muro di Berlino, attraversando le mappe ormai riscritte della DDR, della Cecoslovacchia e della Jugoslavia ed i territori in continua mutazione di Ungheria e Polonia. Nell’anno del 40° anniversario dell’allunaggio poi, arriva Moon, di Duncan Bowie-Jones, direttamente dal festival di Stiges, pronto a fare i conti con le proiezioni pericolose della mente, con ricordi e identità clonate, in equilibrio sulla superficie lunare. Per il giapponese Kanjii Nakajima i cloni tornano a casa invece, nel lungometraggio in concorso per il Premio Asteroide, conteso tra Europa, USA e Asia e assegnato dalla giuria composta dallo scrittore cyberpunk Bruce Sterling, il fumettista Antonio Serra, il critico Gilles Esposito ed il regista Enzo G. Castellari. Diverse le ambientazioni dei potenziali vincitori, che spaziano dalla curiosa libreria dell’ungherese 1, alla “tranquilla” casa del britannico The Children, alla Los Angeles delle anime gemelle di Timer, attraversando epoche passate, come quella vichinga in Valhalla Rising del danese Nicolas Winding Refn o quella dell’Armata Rossa nella co-produzione Russia-Giappone-Canada First Squad – The Moment of Truth. Ma soprattutto il possibile futuro prossimo venturo, come accade nelle maglie della metro dello svedese

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metropiaMetropia o nella Città del Messico militarizzata di 2033. Senza dimenticare l’ansia dell’infezione in Zone of the Dead dalla Serbia e Salvage del britannico Lawrence Gough, il caos del francese Banlieue 13 –Ultimatum, la fine del mondo dell’americano Carriers, i viscidi insetti di Infestation di Kyle Rankin, fino al viaggio senza ritorno di Ana nella co-produzione franco-belga di Amer. Tornano poi le “ombre” spaventose dell’ignoto in Shadow, l’horror dell’artista Federico Zampaglione e quella della distruzione nel mondo profetizzato dai 20th Century Boys di Yukihiko Tsutsumi. Una manciata di corti e via, a bordo di Quel maledetto treno blindato, in Fuga dal Bronx.

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