Trois nuits par semaine, di Florent Gouëlou

Gouëlou ci guida nelle notti parigine senza tralasciare nessun dettaglio, raccontando una comunità drag radicale, autoironica ed inclusiva. Film di apertura della SIC

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Al suo primo lungometraggio, il francese Florent Gouëlou presenta un film sulla comunità drag della scena parigina, nucleo centrale di tutti i suoi precedenti lavori e di cui è parte attiva nelle vesti della drag queen Javel Habibi. Con Trois nuits par semaine prosegue il discorso iniziato nel corto Premier amour, dove ritroviamo gli stessi personaggi cinque anni dopo gli eventi raccontati nel film.

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Scritto a quattro mani con Raphaëlle Valbrune (Tournée), la storia gira attorno a Baptiste, giovane aspirante fotografo, e del suo casuale incontro con la drag queen Cookie Kunty, dalla quale resta da subito intrigato. Con la scusa di renderla protagonista di un progetto fotografico, Baptiste segue Cookie all’interno del suo mondo, conoscendo lentamente anche Quentin, il ragazzo che si cela dietro la maschera della performer. Trois nuits par semaine è infatti un film di maschere. Non solo quelle indossate dalle drag queen durante le loro esibizioni sul palco, a tutti gli effetti dei processi di metamorfosi attraverso cui mettere a nudo un io spesso costretto ad essere nascosto, represso. Anche Baptiste indossa una maschera accanto alla fidanzata Samia, di cui ben presto si libera entrando a contatto con la comunità drag e trovando finalmente quella libertà espressiva fino ad allora sopita.

È un film di corpi trasformati e per questo liberi, vitali, energici. Gouëlou ci guida nelle notti parigine e nel mondo drag senza tralasciare nessun dettaglio (la fatica della performance e della costruzione degli alias, i rischi e le difficoltà al di fuori del palcoscenico), ma sempre con la consapevolezza di una comunità radicale, autoironica ed inclusiva, raccontata attraverso lo sguardo meravigliato e sognante di Baptiste di fronte alle luci stroboscopiche, alle ciglia chilometriche e ai costumi di scena. Risulta impossibile non lasciarsi rapire dal mondo glitterato di Cookie, Jerry & co, dall’energia esplosiva degli spettacoli drag, dalla preparazione del contest finale, ma soprattutto dalla dolcezza con cui Gouëlou tratta l’amore tra Baptiste e Cookie, un sentimento naturalmente romantico, davanti al quale non si può fare altro che arrendersi e lasciare emergere la propria identità più vera.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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