Troubled Minds, di Raitis Abele, Lauris Abele

Il film d’esordio dei due fratelli lituani è un’esplorazione del mondo dell’arte e della malattia mentale e di come queste molto spesso si intreccino. Dalle Nuove Impronte dello ShorTS di Trieste

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Due fratelli dietro la macchina da presa, due fratelli davanti. L’arte e la malattia. Troubled Minds non si trattiene dal farsi estremo, sotto ogni aspetto. Estremamente intenso nell’acutizzazione psicologica e nella rappresentazione della vita, il film lituano rifugge qualsiasi classificazione e adotta uno stile tutto particolare, elemento tipico di certo cinema nordeuropeo. Nell’analisi del delicato rapporto fra arte, sanità mentale, il film dei fratelli Abele eccelle, ma forse, a tratti, addirittura si spinge un po’ troppo oltre. Allo stesso tempo però, è proprio questo “andare oltre” che il film vuole mettere in mostra, nella vita stessa dei suoi due protagonisti principali. Robert e Martin sono infatti due artisti visivi al lavoro su una mostra di enorme portata. In un turbinio di eventi, di incontri, di discussioni, il lavoro artistico e la vita privata si andranno intrecciando sempre di più.

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Trattandosi della storia di una coppia di fratelli, oltre all’elemento artistico e di salute mentale (si dice che il film sia stato ispirato dalla storia vera di bipolarismo, di cui soffrirebbe un caro amico dei due registi), emerge chiaramente nel film il rapporto umano e lavorativo che si evolve fra i due. Troubled Minds poi, non si limita a narrare solo due personaggi, ma traccia delle linee piuttosto marcate di tutte le figure che lo attraversano, utilizzando il dialogo come formula per imprimere nella mente dello spettatore le caratteristiche specifiche di ciascuno dei volti che popolano lo schermo.

La vita estrema di Robert e Martin si divide fra eventi di gala e momenti tra la natura e la regia è sempre solida, non cede mai né nell’uno né nell’altro contesto. Dal punto di vista della sceneggiatura invece, se i dialoghi sono spesso sublimi, mai banali e pieni di spunti interessanti, la struttura della narrazione in più punti perde un po’ di tono e rende il film sicuramente poco accessibile. Nonostante queste incertezze che qua e là intervallano il film e anche una lentezza che è connaturata a questo genere di lungometraggi, Troubled Minds è un esperimento molto interessante, con un’atmosfera pop, onirica e irriverente, ma al tempo stesso intimista e riflessiva, grazie alla quale si perdonano ai fratelli Abele quelle incertezze che un’opera prima porta con sé.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
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