Tucker – Un uomo e il suo sogno, di Francis Ford Coppola

A prima vista una confezione impeccabile. Ma dietro Tucker c’è Coppola con i suoi sogni impossibili e sul desiderio del cinema e l’entusiasmo, l’incoscienza che produce.

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Come sono fatti i sogni? Dietro Preston Tucker si nascondono quelli di Francis Ford Coppola. Anche lui è “sognatore, inventore, visionario”. E il cineasta statunitense questo sogno se lo porta dietro da tempo. All’inizio lo voleva realizzare nel 1974, subito dopo Il Padrino – Parte II° con Marlon Brando nei panni del protagonista. Poi è ritornato ancora sul progetto durante la post-produzione di Apocalypse Now e aveva incontrato Burt Reynolds per parlargli della possibilità di interpretare Preston Tucker. Doveva essere quindi realizzato dopo due film mastodontici. È invece arrivato alla fine degli anni ’80, dopo il cocente flop di Un sogno lungo un giorno che lo ha costretto a vendere gli studi della American Zoetrope. Ed è forse per questo che i segni del fallimento scorrono parallelamente ai sogni impossibili, da perseguire ad ogni costo. Nel capannone dove Tucker costruisce le automobili ci sono i residui dell’American Zoetrope. Nelle immagini della famiglia della protagonista scorrono parallelamente quella della vera famiglia del cineasta.

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Nel 1945, nel Michigan, Preston Tucker sta lavorando a un rivoluzionario modello di auto che possa garantire una maggiore sicurezza su strada oltre ad essere più veloce e comoda. È sostenuto dai suoi amici che lo aiutano e dalla sua famiglia. Non ha però fatto i conti con le tre grandi industrie automobilistiche di Detroit (Ford, General Motors e Chrysler) che fanno la guerra. Finisce così sotto processo per non aver rispettato il contratto che gli imponeva di produrre 50 esemplari alla data di scadenza (60 giorni) della pre-produzione. Tutto sembra perduto. Ma nei suoi occhi, i sogni sono rimasti intatti. E sono proprio gli occhi di Jeff Bridges che ispirano tutto l’ottimismo dell’American Dream. Sembra uscito da un film di Frank Capra. Anzi è anche una delle reincarnazioni del sognatore interpretato da Frank Sinatra in Un uomo da vendere, non a caso scritto da uno dei due sceneggiatori di Tucker – Un uomo e il suo sogno, Arnold Schulman, affiancato da David Seidler.

A prima vista, una confezione impeccabile. Ma nella scenografia di Dean Tavoularis, la trascinante colonna sonora di Joe Jackson e soprattutto nella luci di Vittorio Storaro si crea quella magia del cinema di Coppola che mostra parallelamente la vita così com’è e come si desidera. Perché Tucker – Un uomo e il suo sogno è un film sul desiderio del cinema e l’entusiasmo, l’incoscienza che produce. Gli occhi di Bridges sono quelli di Coppola. Riesce già a raccontare tutta la passione e la storia di una vita esaurendoli nei titoli di testa, con l’album delle fotografie e la passione del protagonista per le auto. Ci sono squarci di sconforto come lo sguardo di Joan Allen, nei panni della moglie di Tucker, che guarda il marito dalla finestra avvolto da una luce blu. Però c’è anche tutta la testardaggine. Si vede in quell’incontro nell’ombra con Howards Hughes. Ma soprattutto in una scena carica insieme di tensione e comicità, dove il modello dell’automobile di Tucker deve essere presentata al pubblico. Succede di tutto. Si bloccano le ruote, si accende un piccolo incendio. Il protagonista prende tempo in mezzo al pubblico spazientito.

Tucker – Un uomo e il suo sogno è un film impeccabile ma soprattutto carico di una contagiosa passione. Bridges vola in alto come in un immaginario film di fantascienza e fronteggia il padre Lloyd nei panni del senatore Ferguson. Martin Landau, a sua volta, è di un’umanità straripante per tutto il film e soprattutto nella parte del processo. E gli dice forse la frase più bella del film: “Come facevo a sapere che standoti vicino mi avresti attaccato i tuoi sogni”. Il cinema di Coppola sbatte la testa come Kathleen Turner che sviene e si ritova di colpo nel 1960 in Peggy Sue si è sposata. Da lì può tornare insietro nel tempo, vedere agitarsi tutti i suoi fantasmi e i suoi sogni di grandezza. Non è da solo. In questa avventura con lui c’è anche l’amico George Lucas che figura come produttore esecutivo.

 

Titolo originale: Tucker: the Man and His Dream
Regia: Francis Ford Coppola
Interpreti: Jeff Bridges, Joan Allen, Martin Landau, Frederic Forrest, Elias Koteas, Christian Slater, Nina Siemaszko, Dean Stockwell, Lloyd Bridges
Durata: 110′
Origine: USA, 1988
Genere: drammatico/biografico

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (3 voti)
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