Tutta l'Europa ad "Arcipelago"

Si è svolto dal 20 al 26 Giugno a Roma Arcipelago, il festival internazionale di cortometraggi e nuove immagini più seguito della capitale, che ha confermato la voglia d'innovazione e l'apertura al rischio ed alla sperimentazione che lo avevano già contraddistinto negli anni passati.

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Il cortometraggio norvegese "De beste gar forst" (L'unione fa la forza) di Hans Petter Moland è il vincitore del Concorso Internazionale di cortometraggi "OndeCorte" dell'11/a edizione di Arcipelago, mentre il vincitore italiano del Concorso nazionale 'Concorto' è "Il vuoto" del milanese Giacomo Gatti. Con il crescere delle edizioni Arcipelago si conferma come la principale manifestazione italiana dedicata ai nuovi formati e alle nuove tendenze del cinema indipendente attraverso l'esplorazione dei più recenti orizzonti del linguaggio audiovisivo e dell'innovazione tecnologica. Il festival, presieduto da Stefano Martina, rinnova nel 2003 immagine e logo rimanendo però sempre fedele alle sue idee e confermando la sua tendenza ad aprirsi ad orizzonti extra-italici per ossigenare lo spettatore di quel respiro internazionale sintomo, oltre che di curiosità per esperienze diverse, soprattutto di ricerca ed apertura. Nell'interessante sezione "outsiders" il festival ha infatti proposto un omaggio al regista e attore scozzese Peter Mullan presentando cinque cortometraggi di cui tre diretti da lui stesso e due solo interpretati.

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"Peter Mullan presenta dei tratti di comicità assolutamente geniali". Questo il commento di Mimmo Calopresti, presidente della giuria per il concorso internazionale, al termine della proiezione di "Exterior Park Day"(1998) in cui Mullan, diretto da Pat Harkins, interpreta un regista pretenzioso e burbero che non riesce ad incanalare nella creazione artistica tutto il suo straripante talento. Ed effettivamente questo è l'unico corto in cui le gesta e le parole dell'artista scozzese suscitano una risata nello spettatore che, invece, al termine della visione degli altri cortometraggi non può fare a meno di interrogarsi silenzioso sulla cattiveria dell'uomo. E' il caso dell'assassino protagonista di "Close" (1993) il quale, giunto da poco in una palazzina di periferia, decide, per il bene di sua figlia che tra quelle mura piene di disperazione è destinata a crescere, di ripulire lo stabile da parassiti e licenziosi ubriaconi. E' un disincantato bianco e nero ad illuminare le zone d'ombra dei disperati amanti protagonisti di "Fridge" (1995), due alcolizzati che tentano di salvare la vita ad un bambino rimasto chiuso dentro un frigorifero, consapevoli del fatto che rispetto alla propria personale salvezza e/o redenzione non hanno più possibilità di successo.

Con la collaborazione dello Schottish Screen e del British Council Arcipelago ha inoltre reso omaggio alla produzione dei cortometraggi provenienti dalla Scozia attraverso la proiezione di quindici opere a cui è dedicata la panoramica "BraveShort". A garantire la qualità delle pellicole sono molti i corti che hanno già ricevuto prestigiosi premi in competizioni internazionali, riconoscimenti che raggiungono l'apice con l'Oscar per il miglior cortometraggio assegnato a "Franz Kafka's it's A Wonderful life" di Peter Capaldi in cui viene filmato il problematico scrittore alle prese con problemi d'ispirazione artistica.


Altro evento di Arcipelago la sezione "Short Matters" dedicata alla proiezione dei cortometraggi candidati all'European Short Film Award, in cui ad opere provenienti da tutta Europa e selezionate da diversi festival viene assicurata la circolazione come garanzia di visibilità. Oltre che dai ricchi paesi del Nord Europa, ci sono alcuni interessanti corti che giungono dai territori dell'Est, in particolare dalla Bosnia-Erzegovina ("10 minuti" di Ahmed Imamovic) e dall'Ungheria ("Lover of Pirates" di Zsofia Péterffy), sintomo del tentativo di queste nazioni di sottolineare la propria presenza nei riguardi dell'Europa anche attraverso l'arte cinematografica. 

Variegata ed estremamente eterogenea l'offerta della produzione italiana che abbiamo avuto modo di visionare, opere il cui vincolo fondamentale per la circolazione anche quest'anno è stato il suo essere inedito. In particolare le due principali sezioni dedicate esclusivamente ai cortometraggi nostrani, "Panoramica Italiana" e "Concorto", hanno evidenziato una singolare tendenza verso cui i registi si stanno indirizzando: creare una commistione del corto con altri generi, nello specifico con quello documentaristico.


Da segnalare per l'ottima qualità del girato e per il buon ritmo "Space off" di Tino Franco dove lo sguardo dello spettatore viene proiettato a bordo di un'astronave in procinto di atterrare su Marte, e la perplessità del volto di Valerio Mastrandrea, giurato per il Concorso Nazionale ed assiduo frequentatore del festival, vittima di uno sbalzo temporale in "Playgirl" di Fabio Tagliavia il cui soggetto è stato sceneggiato da Marco Ponti, regista del recente "Santa Maratona".


Infine è stato proiettato per la prima volta in una sala italiana il fenomeno internet lanciato da Atomfilms; "Bikini Bandits", otto episodi della serie esplosa sul web che ha fatto guadagnare al suo regista e creatore Steven Grasse la definizione, forse un po' esagerata, di "Russ Meyer del 21° secolo". Otto indiavolati cortometraggi, tra il trash e la pop art, la parodia e l'action movie, nei quali un gruppo di provocanti e spietate rapinatrici armate di "due pezzi" e 44 Magnum attualizzano il genere sexploitation degli anni '70.

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