"Tutte le donne della mia vita", di Simona Izzo

La Izzo e il marito Ricky Tognazzi sono da sempre campioni della 'regia a spirali multiformi' spacciata per grande (e 'cafonesco') sfoggio di 'bravura autoriale': la leziosità delle scelte formali dimostra unicamente un'idea di cinema quanto mai povera, che cede alla tentazione del primissimo piano 'inglobante' con sguardo ruffiano di Zingaretti in mdp

-----------------------------------------------------------------
REGALA UN CORSO DI CINEMA!

-----------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
Scuola di Cinema Triennale – Unisciti al Set: l’Anno Accademico è Ancora Tutto da Girare!

--------------------------------------------------------------

Tendenza all'iperbole della regia 'sofisticata' italiota: pianosequenza, carrellate roboanti, movimenti morbidi e sinuosi della mdp. Da queste parti il 'bello stile' ha sempre avuto a che fare con la ridondanza (ma sì, ma sì, Tornatore, Muccino, ): Simona Izzo e il marito Ricky Tognazzi sono da sempre campioni della 'regia a spirali multiformi' spacciata per grande, finanche elegante (ma in realtà unicamente 'cafonesco') sfoggio di 'bravura autoriale' – Canone Inverso segna forse il punto di non ritorno del cinema dei due autori, che da sempre 'intervengono' l'uno nei film dell'altra: laddove prima di quel lungometraggio del 2000 le giravolte erano in qualche modo giustificate dall'urgenza della 'denuncia' (Ultrà, La Scorta, I Giudici), oggi come oggi la leziosità delle scelte formali dimostra solamente un'idea di cinema quanto mai povera (che la Izzo aveva avuto già modo di mettere in luce nei suoi precedenti Maniaci Sentimentali, Camere da Letto, Io no), dove alla fine non si riesce a non cedere alla tentazione del primissimo piano 'inglobante' con sguardo ruffiano di Zingaretti in mdp (da qui: Il Camorrista resta di gran lunga il miglior film di Giuseppe Tornatore). Dunque Simona Izzo fascia le sequenze di questo suo brutto film con tutta una serie di andirivieni della mdp che si sublimano in un pianosequenza di quasi dieci minuti a seguire Luca Zingaretti e Vanessa Incontrada che parlano della propria relazione su di una scala mobile – il Montalbano della tv aveva già lavorato con la Ditta Izzo-Tognazzi nel ben più valevole Vite strozzate, ed è facile notare una sorta di affiatamento nei caustici duetti con il rivale in cucina e in amore interpretato nel film proprio da Ricky Tognazzi. La struttura fastidiosamente felliniana dello script (in camera iperbarica, uno chef ultravip ricorda tutti i suoi fallimenti con le donne), l'essenza borghese di personaggi e locations (l'immensa villa del cuoco a Stromboli, tutte colonne e porticati a due passi dal bellissimo mare) di cui ci si è pure stancati di lamentarsi, la mezz'ora finale irritantemente almodovariana, com'è facile intuire dal manifesto del film, con le donne preoccupate per la vita del protagonista che si incrociano e si incontrano e si stanno simpatiche.


Siamo inoltre di fronte probabilmente al peggiore binomio cinema-cibo-amore mai girato: Zingaretti per tutto il film non fa che cucinare per le sue donne, inventare piatti, mescolare gli ingredienti più disparati: eppure alla pellicola sostanzialmente manca l'acquolina.


 


Regia: Simona Izzo


Interpreti: Luca Zingaretti, Ricky Tognazzi, Vanessa Incontrada, Michela Cescon, Rosalinda Celentano


Distribuzione: Eagle Pictures


Durata: 100'


Origine: Italia, 2007

----------------------------------------------------------
Regala la Gift Card di Sentieri selvaggi

----------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------