Ulrich Seidl, crudeli paradisi e cantine austriache

PARADIES, il nuovo film di Ulrich Seidl
È in postproduzione Paradies, nuovo lungometraggio dell'austriaco Ulrich Seidl. Dal regista di Animal Love, Canicola e Import Export, una storia che ne contiene tre, attraverso lele vacanze di tre donne.
 

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PARADIES, il nuovo film di Ulrich Seidl

 

È in postproduzione Paradies, nuovo lungometraggio dell'austriaco Ulrich Seidl. Dal regista di Animal Love, Canicola e Import Export, una storia che ne contiene tre, attraverso lele vacanze di tre donne. Vacanze particolari che metteranno in luce come sempre nel cinema di Seidl contraddizioni e paradossi della vita moderna toccando tre temi: il turismo sessuale, la fede religiosa e il primo amore.

 

Nella prima storia, Sugar Mama, la quarantenne Klara (Margarete Tiesel) si reca in Kenya, ospite del "Paradise Beach Resort", PARADIES - tre storie di Ulrich Seidlvillaggio di lusso frequentato da europei in cerca di turismo sessuale, e perde la testa per un musulmano giovane e bello, Mohamed (Gabriel Mwarua), finchè non si rende conto che non è l'unica donna a desiderarlo.

La seconda storia, La madre migrante di Dio, vede Anna Maria (Maria Hofstätter, già in Canicola e Import/Export) devota credente, che si impegna in un pellegrinaggio con lo scopo di fare proseliti.

Nella terza storia, Lolita, una ragazzina tredicenne e in sovrappeso (Inge Maux), mentre la madre Klara è in vacanza in Kenya, trascorre l'estate in un campo chiamato “Paradise”, dove durante la sua severa dieta si innamora di un medico più anziano di lei.

 

Per la fotografia di Paradies Seidl si è avvalso di un austriaco, Wolfgang Thaler, già suo collaboratore per due film, e di un americano, Ed Lachman (Io non sono qui, Perdona e dimentica, Urlo, Mildred Pierce). Il film, coproduzione tra Francia e Germania e potrebbe essere selezionato per il prossimo Festival di Cannes.

 

Nel frattempo, Seidl ha girato anche un documentario: Im Keller, dedicato al rapporto degli austriaci con le loro cantine. In una recente intervista al regista viennese, gli si chiedeva la sua opinione sull'idea di Slavoj Žižek della casa cinematografica come rappresentazione della psiche umana (l'ego al piano terra, il super-io al primo piano e il subconscio in cantina).

 

Le cantine sono un argomento affascinante. Nella maggior parte dei casi, la gente utilizza la cantina per la sua vita reale, nascosta e sotterranea. Nelle villette, di solito è molto spaziosa, e i soggiorni e i salotti puliti e graziosi sono tenuti lì solo per le apparenze. Ci sono persone che conducono praticamente una doppia vita: la vicenda di Josef Fritzl[segregatore e stupratore di sua figlia, e dei bambini avuti da lei, per 24 anni] è un esempio estremo di questa pratica”.

 

 

 

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