Un amore all’altezza, di Laurent Tirard

Gli obiettivi sono più alti dei risultati raggiunti. Ma il regista continua a registrare con impennate irregolari le piccole anomalie nei rapporti sociali. E Cédric Kahn è scatenato

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Gioca ancora sugli opposti una certa tendenza della commedia francese. Dagli opposti geografici dello spazio (Giù al Nord) a quelli del corpo in Un amore all’altezza.

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Diane (Virginie Efira) è un avvocato single di successo. Una sera riceve la telefonata da uno sconosciuto, Alexandre (Jean Dujardin) che ha ritrovato il suo telefonino. Si danno un appuntamento. e qui c’è la sorpresa. Lui è un architetto brillante, gentile, simpatico e colto. Ma c’è un problema: la sua altezza.

Dagli imprevisti in una relazione stabile di Finché nozze non ci separino, alla famiglia stravagante di Il piccolo Nicolas e i suoi genitori e Le vacanze del piccolo Nicolas, il cinema di Laurent Tirard continua ad essere effervescente nel dare forma a una commedia fatta di piccole anomalie, di ricerche apparentemente impossibili della felicità. E al tempo stesso continua ad esasperare eccessivamente i conflitti, con una scrittura a volte troppo carica, per accentuare le diversità.

cédric kahn jean dujardin virginie efira un amore all'altezzaL’inizio con la telefonata è un efficace esempio di cinema-teatro dove la parola diventa l’elemento trascinante di una situazione prima immaginata, poi rinnegata dal primo appuntamento. Poi Un amore all’altezza insiste con troppa frequenza sul meccanismo della ripetizione (il cane che butta Alexandre a terra ogni volta che rientra in casa) e non riesce a mettere a fuoco adeguatamente alcune figure (il figlio del protagonista). Inoltte non appare sempre bilanciata l’alternanza tra il registro comico e quello drammatico. L’elemento impazzito è però l’ottimo regista Cédric Kahn, qui attore nei panni di un avvocato senza scrupoli che è stato in passato con Diane. Quasi una marionetta che perde i pezzi e si ricompone, porta dentro quei brandelli di autentica cattiveria soprattutto nella scena in cui non si accorge della presenza di Alexandre nell’ufficio della donna e ci si siede sopra. E ogni volta che entra in scena lui, il film ha delle impennate irregolari ma consistenti.

Forse Tirard però aspira anche ad altro. In primo luogo a fare un cinema sulle apparenze, evidente nelle reazioni delle persone ogni volta che vedono per la prima volta Alexandre, dove Jean Dujardin riesce a dargli quasi quell’inconscio ottimismo come in un Frank Capra redivivo. Gli obiettivi a tratti sono più alti dei risultati raggiunti. Ma ci sono anche momenti in cui riesce a liberarsi. Il lancio dal paracadute diventa quel magnifico salto nel vuoto che comunque ha innescato la marcia.

Titolo originale: Un homme à la hauteur

Regia: Laurent Tirard

Interpreti: Jean Dujardin, Virginie Efira, Cédric Kahn, César Domboy, Myriam Tekaïa

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 98′

Origine: Francia 2016

 

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